«Pensavo fosse solo un banchiere». Forse I Medici hanno colto nel segno. Se perfino Daniel Sharman, protagonista della terza serie della saga Rai e Lux (da lunedì 2 per quattro sere su Raiuno) ammette d'aver imparato che Lorenzo il Magnifico fu qualcosa di più di un semplice «banchiere», questo vuol forse dire che la storiona in cui l'icona del Rinascimento ha il volto di questo idolo delle ragazzine è davvero servita a far conoscere meglio in tutto il mondo una delle stagioni più radiose della nostra storia. «La sfida, partita sei anni fa, era proprio questa sorride Luca Bernabei della Lux - Creare un prodotto che parlasse dell'Italia al suo top, ma lo facesse al mercato globale».
Così, forse, poco conta che il bel Sharman non assomigli minimamente al Magnifico, né che la narrazione dei fatti (stavolta si parte dalla vendetta per l'assassinio del fratello di Lorenzo, Giuliano, incrociando via via Innocenzo VIII, Savonarola, Botticelli, Leonardo, Michelangelo) prenda, o inventi, le scorciatoie tipiche del genere. Forse conta davvero solo che «questa storia abbia dimostrato d'aver centrato il suo obbiettivo - come nota Tinni Andreatta di Raifiction - Fare leva su un'epoca storica smagliante e tipicamente nostra». Senza nemmeno sfruttare il binomio sesso-violenza: «Un binomio sterile, se fine a sé stesso, a fronte di una storia che attira perché appassionante e dentro una veste accurata». Secondo Sharman I Medici ha reso familiare al pubblico internazionale la figura di un uomo «molto più complesso di quanto si creda. In questa terza parte Lorenzo non è più il ragazzo idealista e sognatore che abbiamo conosciuto finora. La morte brutale del fratello l'ha cambiato. Deve abbandonare i sogni audaci per concentrarsi sulla cruda gestione del potere».
L'incontro decisivo sarà quello col Savonarola: «Come faceva costui a farsi seguire da tanti follower senza avere Instagram? si chiede l'interprete Francesco Montanari - Credendo nelle possibilità dell'uomo. Esattamente come ci credeva Lorenzo».
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