Cristina Vaira, la voce italiana che sta incantando gli Stati Uniti

A Boston è uscita a pieni voti dalla scuola di composizione che ha laureato Sting, ha iniziato a cantare bambina imitando Whitney Houston, ha fondato con il fidanzato messicano una band, The Pillars che non ha paura di sognare in grande. E ai ragazzi lancia una sfida: "Il successo è una conseguenza non una molla"

Cristina Vaira, la voce italiana che sta incantando gli Stati Uniti

Cristina ha il sorriso contagioso, una voce da favola e i piedi per terra. Un talento da esportazione perchè, milanese, trent'anni, è negli Usa, ieri come oggi, che sta cercando l'America. Si potrebbe dire, per scherzare, tra Houston e Boston: «Mi sono scoperta cantante a cinque anni quando ho ascoltato per la prima volta la voce di Whitney Houston. Cercavo in tutti i modi di imitarla...» Boston è invece la città dove si è diplomata a pieni voti e con lode al Berklee College of Music, la stessa da dove sono usciti Sting, Diana Krall, John Mayer. «Songwriting», creazione di brani musicali. Tre anni di studio matto e disperatissimo, ma la passione di Cristina Vaira è poco più giovane di lei. Si ricorda ancora la prima canzone cantata da bambina, «My Heart Will Go On» di Celin Dion «ma nella nella tonalità sbagliata ovviamente...». La prima esibizione invece alla festa di fine anno della terza media: «Ero terrorizzata dall'acuto finale della canzone, non sapevo a quell'età che una canzone potesse essere cambiata di tonalità. Alla fine però la gente ha applaudito lo stesso...». Ha vinto il Cantazzurro nel 2006, al Festival delle due riviere 2007 è arrivata seconda nel 2007, intanto si è laureata in Comunicazione per l'industria musicale alla Cattolica. Poi l'America e in America l'amore, Alejandro Ramirez Cisneros, messicano, musicista anche lui, con il quale ha creato una band «The Pillars», il primo singolo, il primo video, «Revolution of Love». non a caso. «La mia più grande soddisfazione è proprio avere una band con la persona che amo». Nei suoi progetti e suoi sogni c'è «Portare The Pillars in tournee, incidere il nostro primo album, produrre nuovi video». Ha le idee chiare sul futuro: «Uno dei miei sogni è scrivere storie per film e in particolare per animation movies e comporre canzoni che diventino colonne sonore. Ma soprattutto dare vita a idee che non esistono ancora nel mondo e che lascino messaggi che vivano oltre la mia vita». E ha una filosofia che somiglia molto ai tempi che viviamo. Anche per dare l'esempio: «Niente è stato mai così semplice ed accessibile. La tecnologia e i media sono a tua disposizione per essere usati ma non farti usare da loro. Rimuovi dalla testa l'idea che tutto è complicato. Pensa fuori dagli schemi, la mente è complicata, esci fuori dalla tua mente e crea, l'arte è il successo della semplicità. Trova la tua unicità, dai del tuo meglio ogni giorno in ogni cosa che fai e non preoccuparti del successo. Il successo è una conseguenza non la causa che ti muove».
Intanto il successo l'ha premiata nel debutto live del giugno scorso alla Dante Alighieri Society, il centro culturale di Cambridge nel Massachusetts, dove si è esibita davanti al sindaco di Boston Martin Walsh e al console italiano Giuseppe Pastorelli, per centenario del centro.

Ha incantato grazie al suo timbro di voce molto duttile, che è destinato a migliorare con gli anni, con i suoi autentici virtuosismi vocali ed emotivi. Sul palco ha già dimostrato di saper essere una forza della natura, di avere molto coraggio. Cristina si gioca un grande futuro. Come diceva Nietzsche del resto «la voce dell'uomo è l'apologia della musica».

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