Doveva essere un omaggio e invece è finito nel peggiore dei modi: in tribunale. Gli eredi del fondatore della comunità di San Patrignano, Andrea e Giacomo Muccioli, hanno querelato per diffamazione aggravata la società Netflix che ha prodotto la serie televisiva "SanPa - Luci e tenebre di San Patrignano".
La docuserie in cinque puntate - uscita sulla popolare piattaforma di streaming Netflix a novembre 2020 - ripercorre la storia della comunità e il lavoro di Vincenzo Muccioli, fondatore di San Patrignano, attraverso interviste e immagini di archivio. Un racconto tra luci ed ombre sulla controversa figura del suo patron e sui metodi seguiti all'interno della comunità per la riabilitazione dei tossicodipendenti. La serie ha scalato in pochi giorni le classifiche dei più visti su Netflix, diventando un vero e proprio caso e scatenando le prime polemiche. La comunità di San Patrignano, subito dopo l'uscita dalle serie, ha parlato infatti di un "racconto tendenzioso e parziale" e di "spettacolarizzazione e drammatizzazione" della storia.
A colpire maggiormente sono state le scene dalle celle di isolamento, dalle catene che venivano usate per punire i ragazzi che tentavano la fuga e la storia dell'omicidio di Roberto Maranzano. Dopo le prime due puntate incentrate sull'impegno e su Vincenzo Muccioli, la docuserie - nella quale compare anche Andrea Muccioli, che oggi accusa Netflix di aver realizzato un racconto imparziale - ha virato sulle vicissitudini giudiziarie del patron e della comunità con un taglio decisamente più cupo e "crime".Un racconto che, secondo Andrea e Giacomo Muccioli, ha gettato un'ombra sulla figura del padre, descritto come violento e misogino e "diffamato" da una trasposizione televisiva considerata dai figli "distorta". Per questo gli eredi di Muccioli, attraverso il loro legale Alessandro Catrani, hanno deciso di querelare la società Netflix. La notizia è stata data in anteprima dal Corriere Romagna e poi confermata all'agenzia di stampa AGI dall'avvocato Catrani. La querela è stata presentata ai carabinieri negli scorsi giorni ed è arrivata sui tavoli della procura della Repubblica.
Oltre a difendere la memoria del padre, Andrea e Giacomo Muccioli denunciano le allusioni ritenute tendenziose e diffamatorie sulla presunta morte per Aids di Vincenzo Muccioli da ricondurre ad una presunta omosessualità. Per questo saranno valutati anche eventuali profili di responsabilità relativi alla privacy.
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