La famiglia di Michael Jackson risponde alle accuse

Un breve documentario pubblicato su YouTube tenta di confutare le accuse di abusi sessuali su minori mosse dal film Leaving Neverland

La famiglia di Michael Jackson risponde alle accuse

La famiglia di Michael Jackson ha deciso di controbattere alle accuse di molestie perpetuate ai danni di minori riemerse all’attenzione mediatica negli ultimi mesi, dopo la presentazione alla stampa e la messa in onda del film documentario Leaving Neverland. Nella pellicola diretta dal regista Dan Reed trasmessa in tv lo scorso marzo, erano riportate le testimonianze di due uomini, Wade Robson e James Safechuck, che, quando ancora minorenni, subirono delle presunte violenze sessuali da parte della popstar.

I congiunti del cantante hanno da subito preso le difese di Jackson bollando il documentario come una vile speculazione ai danni di un uomo ormai defunto e, quindi, non più in grado di difendersi da quanto attribuitogli dagli accusatori. Adesso si aggiunge una ulteriore mossa difensiva finalizzata a riabilitare il nome della popstar. Sulla piattaforma video YouTube è stato infatti pubblicato un nuovo documentario titolato Neverland Firsthand - Investigating the Michael Jackson Documentary. Nel filmato, della durata di circa trenta minuti, il giornalista australiano e produttore dello stesso Liam McEwan ha intervistato Taj e Brandi Jackson, nipoti del cantante, confutato le nuove accuse e ricostruito i fatti.

Si parte dagli accadimenti del 1993, anno in cui il tredicenne Jordan Chandler accusò Jackson di violenza sessuale. Il caso si chiuse l’anno seguente quando la famiglia Chandler ricevette un risarcimento di 23 milioni di dollari. Questo atto fu da molti considerato con una implicita ammissione di colpa da parte del cantante. “I soldi che la famiglia ha ricevuto non sono mai arrivati da Michael Jackson, ma dalla sua compagnia di assicurazione”, spiega Scott Ross, investigatore privato all’epoca coinvolto nel processo.

Il documentario quindi tenta di dimostrare quanto spesso ad un personaggio famoso sia intentata un’azione legale solo a causa della sua fama e, si riportano le vicende che hanno coinvolto: Britney Spears e Will Smith. Si torna poi al 2005, quando Jackson fu giudicato non colpevole di nessuno dei sette casi di abusi sessuali su minori per i quali era stato nuovamente denunciato.

Infine, i nipoti della popstar ricordano come il famoso zio rivivesse attraverso loro l’infanzia che lui non aveva potuto vivere: “Era sempre chiuso in uno studio di registrazione, a me e ai miei fratelli chiedeva come andassero le feste di compleanno. Era curioso”.

A proposito delle lettere che Robson e Safechuck mostrano nel documentario, nelle quali Jackson si firma “Uncle Dudu”, Taj dichiara che lui stesso e i suoi fratelli ne posseggono di identiche: “Era così, se credeva che le sue parole potessero essere fonte di ispirazione scriveva lettere per tutti. Non c’è niente di strano”.

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