“Le fate ignoranti”: venti anni dopo il film, Ozpetek ne fa una serie

Il regista turco rimette mano alla sua opera più iconica, rivisitandola in versione serie tv e dando spazio a quelli che erano personaggi secondari, raccontandone la ricerca d’amore

“Le fate ignoranti”: venti anni dopo il film, Ozpetek ne fa una serie

Le fate ignoranti, la nuova serie basata sull'omonimo film di Ferzan Ozpetek uscito nel 2001, nasce a testimonianza di come “non basta una vita a volte per raccontare una storia d’amore”, per citare la frase significativa che viene pronunciata a chiosa degli otto episodi di cui si compone.

Ozpetek oltre che alla regia figura anche nel gruppo degli sceneggiatori di questa versione ampliata e attualizzata del lungometraggio di oltre vent’anni fa, il che è una garanzia in termini di fedeltà e continuità tra il progetto di ieri e quello di oggi. Siamo comunque lontani dall’impatto rivoluzionario che ebbe il film alla sua uscita: del resto la società negli ultimi vent'anni è molto cambiata tra unioni civili, rivendicazione dei diritti all'identità di genere e inclusione.

In questa prima serie originale italiana targata Disney, grazie al minutaggio d’ampio respiro, oltre a venir approfondita la linea narrativa principale, che resta la stessa, emergono anche storyline legate ai personaggi di contorno. Il risultato è un’opera stratificata e corale che conquista.

I primi due episodi sono introduttivi e ricalcano la storia che già conoscemmo coi volti di Gabriel Garko, Stefano Accorsi e Margherita Buy. Antonia (Cristiana Capotondi) forma col marito Massimo (Luca Argentero) una bella coppia della borghesia romana. Quando l’uomo muore in un incidente, emerge la doppia vita che aveva condotto nell’ultimo anno. Antonia si trova quindi non solo a scoprire che il defunto coniuge la tradiva, ma che lo faceva con un giovane uomo, Michele (Eduardo Scarpetta). La donna, piena di interrogativi, si reca a casa di quest’ultimo e, dopo l’astio e il risentimento iniziali, col tempo inizia a frequentare sia lui sia la variopinta compagine che gli ruota attorno. A poco a poco non solo troverà alcune risposte ma anche una nuova se stessa.

Nelle puntate a seguire, la vera protagonista sarà la famiglia allargata che si riunisce, tra cibo e confidenze, sull’assolata terrazza della casa di Michele. Il pittoresco microcosmo di amici, alcuni dei quali vivono nello stesso condominio, è composto da anime che, se prese singolarmente, sarebbero smarrite, ma che trovano il proprio baricentro nella reciproca condivisione di sé, quasi fossero pazienti di una terapia di gruppo. Dolore e struggimento sono mitigati continuamente da dosi di umorismo e da una leggerezza almodovariana. A stemperare i vari psicodrammi a colpi di sorrisi ci sono Annamaria e Roberta (Ambra Angiolini e Anna Ferzetti), Mara e Luisella (Lilith Primavera e Paola Minaccioni), Luciano e Riccardo (Filippo Scicchitano e Edoardo Purgatori), infine l’amministratrice del condominio, Serra (Serra Yilmaz, l’attrice feticcio del regista è l’unica a conservare il ruolo che aveva nel film). Ognuno di loro diventa esponente di una differente sfaccettatura dell’amore, che si lega a doppio filo ad una lezione esistenziale introdotta nell’incipit di ogni puntata dal defunto Massimo. Rivolgendosi allo spettatore, il personaggio interpretato da Argentero espone riflessioni che spesso sfuggono da vivi: alcune davvero acute, altre per lo più banali ma tutte ineluttabilmente utili.

L’incontro, più che lo scontro, tra mondi lontani i cui abitanti non si giudicano a vicenda ma cercano di comprendersi è il vero protagonista di una serie che fa dell’attenzione al dettaglio, agli ambienti, ai corpi e ai primi piani la sua cifra autoriale.

L’elaborazione del lutto, la rieducazione all’amore, la passione, le paure, le scelte. Tutto è più didascalico rispetto al film, resta poco di non detto, ma si ha la possibilità di veder esplorato il carattere dei personaggi e di seguire la loro evoluzione.

Ozpetek è un maestro nel valorizzare gli interpreti, in particolar modo qui funzionano quelli cui è chiesto di sfoderare un delizioso approccio comico al tragico (c'è anche Carla Signoris), consolidando il valore dell’autoironia come panacea di tutti i mali.

Il commento musicale di rilievo, poi, è da sempre una sicurezza quando si tratta del regista: a canzoni di origine turca di straordinaria bellezza si aggiungono due pezzi inediti, uno di Noemi e uno di Mina, “L’amore buttato”, che è la sigla finale di ogni episodio e ad ogni ascolto appare più profondo.

“Le fate ignoranti” è disponibile sulla piattaforma streaming Disney Plus all’interno della sezione Star.

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