Il film da riscoprire

Che paura il serial killer dei peccati capitali. Se vi piacciono i gialli, non si può perdere Seven, un classico da brividi e premio Oscar per il montaggio

Il film da riscoprire

Se vi piacciono i gialli, non si può perdere Seven un classico da brividi, premio Oscar per il montaggio (in onda stasera 21.15 su Premium Energy). Un film cupo e senza speranza, che ti prende alla gola dalla prima scena per lasciarti senza fiato in un finale agghiacciante. L'ha diretto nel 1995 l'allora semisconosciuto trentatreenne David Fincher (autore poi, tra gli altri, di Fight Club, Panic Room, Zodiac e L'amore bugiardo). L'azione si svolge in un'imprecisata città degli Stati Uniti. Il primo della lista è un immondo grassone soffocato dal suo stesso cibo il lunedì. Il martedì tocca a un avvocato malavitoso morto dissanguato. L'anziano e disilluso poliziotto nero William Somerset (Morgan Freeman), affiancato dal giovane e scalpitante David Mills (Brad Pitt), capisce presto di trovarsi di fronte a un cosiddetto serial killer.

L'assassino, un pazzo sì, ma che si abbevera in biblioteca, non uccide a casaccio bensì seguendo un delirante rituale: un peccato capitale per ogni vittima. Cinque giorni, altrettanti omicidi. Ne mancano ancora due per arrivare a sette. La graziosa moglie di David, Tracy (Gwyneth Paltrow), in attesa di bebè, si confida con il collega del marito: ho una gran paura. Perbacco, se ha ragione. E piove piove sul nostro amor.

Volendo trovargli un difetto, improbabilità del copione a parte, ci sono troppe scene buie, complice un'acqua incessante, in cui si intravvedono soltanto ombre. Ma la storia è quanto mai avvincente e gli attori sono superlativi. Morgan Freeman poi è un vero un fenomeno, di talento e simpatia.

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