Il film da riscoprire

Chi è di cattivo umore, forse è meglio che lasci perdere. Mette indubbiamente tristezza Gli spostati (in onda stasera alle 21 su Sky Classics), un bianco e nero diretto da John Huston nel 1961. È un dramma tardo western, per la verità un po' verboso, che supera di poco le due ore, in cui si sente la mano dello sceneggiatore, il geniale Arthur Miller, a quei tempi già infelice marito della infelicissima Marilyn. Dunque, la vistosa e malinconica bionda Roslyn (Marilyn Monroe), giunta a Reno, in Nevada, per chiedere il divorzio, si unisce a un trio di sbandati in caccia di cavalli selvaggi. Tutti e tre le mettono gli occhi addosso, e non si può certamente dar loro torto, il giovane Perce (Montgomery Clift), nevrotico idealista, l'ex pilota Guido (Eli Wallach) e il maturo Gay (di nome ma non di fatto) (Clark Gable). C'è anche un'altra donna, la più matura Isabelle (Thelma Ritter), ma è contro ogni tentazione. La ragazzona è indecisa tra Perce e Gay (il bavoso Guido è presto scartato) mentre si scorrazza su e giù per il deserto. Finale amarognolo. C'è chi, con qualche ragione, lo definì un film menagramo.

In effetti il cinquantanovenne Gable, già malato di cuore, morì dieci giorni dopo la fine delle riprese.

Anche per Marilyn, suicidatasi l'anno dopo a trentasei anni, fu l'ultimo film, e infine Clift se ne andò a quarantacinque anni nel 1966. Grazie di averci fatto brutti, sussurrarono, probabilmente in coro, Huston, Wallach e la Ritter.

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