La polemica era nell'aria, lo aveva anticipato in queste pagine il collega Luigi Mascheroni, dall'inizio del mese. Da quando, cioè, il sito di destra L'Incorrect ha rivelato - e il settimanale di sinistra L'Express ha verificato e confermato - che le sulfuree opere antisemite di Louis-Ferdinand Céline sarebbero state ripubblicate da Gallimard, editore più che prestigioso nel 2018. Gallimard, in accordo con la vedova dell'autore, Lucette Destouches, 105 anni, avrebbe secondo le indiscrezioni deciso di pubblicare in un unico volume dal titolo Écrits polemiques (Scritti polemici) i tre noti e disturbanti pamphlet: Bagatelle per un massacro (1937); La scuola dei cadaveri (1938) e La bella rogna (1941). Una scelta forte. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale Céline stesso si era sempre opposto alla ristampa di questi libri, legati ad un odio antiebraico, che più che del singolo autore era stato di una intera epoca ormai passata. La vedova sembra, tuttavia, aver deciso diversamente, giudicando l'apparato critico, di Régis Tettamanzi, e la prefazione, di Pierre Assouline, uno dei maggiori studiosi dell'autore, garanzie sufficienti per la nuova edizione.
Che ne nascesse un dibattito culturale al calor bianco era inevitabile. Meno scontato che, come raccontano i giornali francesi, intervenisse addirittura il governo.
Eppure è andata proprio così. Dall'Hôtel de Beauvau, sede del ministero dell'Interno è partita una lettera, firmata da Frédéric Pottier, delegato interministeriale a capo dell'ufficio che si occupa della lotta al razzismo, per chiedere chiarimenti all'editore. Un intervento per altro «sollecitato» dal Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia, che ha duramente criticato l'operazione editoriale perché rimettere in circolazione «testi vergognosi» rischia di «alimentare ancora di più i rigurgiti di l'antisemitismo». Niente censure per carità, però una precisa volontà di controllo. Si chiedono assicurazioni sulla «qualità dell'apparato critico» e «sul fatto che venga chiaramente spiegato il contesto storico in cui è stata scritta l'opera». Il tutto per i rischi provocati dal «rinfocolarsi di un clima di antisemitismo». Però, forse, varrebbe la pena di riflettere che se molti ebrei scappano dalla Francia, non sentendosi al sicuro, la responsabilità è del radicalismo islamico e non certo di topi di biblioteca ansiosi di rileggere Céline. Né Gallimard può essere tacciato di essere un editore inaccurato o propenso a promuovere l'odio razziale. Già, l'editore...
Per ora fanno sapere che la pubblicazione non è stata programmata per un mese preciso. Staranno riflettendo sul da farsi e magari sull'apparato critico. Sarebbe stato meglio, forse, che riflettessero senza pressioni inutili.
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