Violenza e stupri in carcere: il dramma dello studente imprigionato in Turchia

Fuga di mezzanotte è il film che racconta la storia vera di Bill Hayes, che venne arrestato in Turchia per possesso di droga e si trovò a dover fronteggiare il sistema carcerario turco, dal quale riuscì infine a evadere

Violenza e stupri in carcere: il dramma dello studente imprigionato in Turchia

Fuga di mezzanotte è il film che andrà in onda questa sera alle 23.45 su La7 e che porta sullo schermo un'incredibile storia vera che non ha nulla da invidiare a storie ben più famose come quella al centro di Papillon. Scritto da Oliver Stone e diretto da Alan Parker, la pellicola è tratta dall'autobiografia omonima firmata da William "Bill" Hayes.

Fuga di mezzanotte, la trama

Questa pellicola del 1978 prende il via in un luogo inusitato: è il 6 ottobre del 1970 e l'aeroporto di Istanbul pullula di persone in viaggio. Tra queste c'è lo studente universitario Billy Hayes (Brad Davis) che, insieme alla ragazza Susan, sta aspettando di potersi imbarcare sul volo che lo riporterà a casa negli Stati Uniti, dopo un periodo di vacanza in Turchia. Tuttavia le cose non andranno come previsto: a causa del timore legato ad attentati terroristici la polizia dell'aeroporto di Istanbul è molto attenta e molto puntigliosa nei controlli. Così, a seguito di una perquisizione, Billy viene trovato con due chili di hashish legati al petto. Per il ragazzo è l'inizio di un incubo. Arrestato, fotografato e perquisito, viene portato in una centrale di polizia dove con l'aiuto di un uomo di nome Tex (Bo Hopkins) spiega di aver ricevuto la droga dalla mano di un tassista locale. Le autorità, allora, gli propongono un patto: se riuscirà a ritrovare l'uomo e a consegnarlo alla giustizia lui sarà libero di tornare a casa.

Ben presto, però, Billy capisce che la sua libertà non è mai stata davvero un'opzione e nonostante riesca a trovare il tassista, finisce comunque con l'essere condannato. In prigione il ragazzo subisce violenza degli altri detenuti e dai secondini, ma subisce anche i soprusi di un sistema detentivo che punta a colpevolizzare maggiormente i criminali stranieri. Per Billy - condannato a ben trent'anni di reclusione dopo un'iniziale pena di soli quattro anni - inizia una disperata ricerca della libertà. A qualunque costo.

La vera storia dietro il film

Fuga di mezzanotte è una pellicola che nel corso degli anni è riuscita a ritagliarsi un posto d'onore nei film cult che hanno contribuito a fare la storia del cinema. Grazie al film Oliver Stone si portò a casa il premio Oscar per la migliore sceneggiatura, mentre Giorgio Moroder vinse quello per la miglior colonna sonora. Nonostante questo, come riporta Coming Soon, il film fu sempre al centro di molte polemiche. Da una parte perché non era riuscito a rimanere totalmente fedele agli eventi narrati nell'autobiografia, dall'altra per il modo in cui vennero trattati i turchi in generale, con particolare attenzione alle guardie carcerarie. La rappresentazione della Turchia era così offensiva che, secondo quanto scrive l'Internet Movie Data Base, Fuga di mezzanotte venne bandito dalla nazione fino al 1992, quando venne trasmesso per la prima volta dalla tv via cavo sul canale HBB. Oltretutto il caso di Billy Hayes era così noto alle autorità locali che, quando si trattò di dover cominciare la produzione del film, la Turchia negò i permessi per girare in loco, al punto che la produzione ripiegò sulla prigione di Forte Sant'Elmo, a Malta, come location principale.

Secondo quanto riportato dal The Hollywood Reporter, la Turchia lamentò che dopo l'uscita del film il loro Paese aveva subito un calo enorme sul piano del turismo, come se ogni persona straniera avesse il timore di finire in prigione, torturato e picchiato, non appena avesse messo piede a Istanbul. In realtà, Fuga di mezzanotte sembra aver spinto un po' troppo sull'acceleratore per quel che riguarda la violenza subita dal protagonista.

Come riporta il sito IMDB Billy Hayes tornò in Turchia nel 2007 e durante una conferenza stampa asserì che Fuga di mezzanotte fu una grandissima esagerazione, che era la cattiva rappresentazione della sua esperienza in Turchia raccontata da "una sola campana". In quell'occasione l'uomo manifestò il proprio disappunto e si prese la completa responsabilità della pessima reputazione ottenuta dalla Turchia. In un'intervista con il Corriere della Sera l'uomo ha dichiarato apertamente: "Molte delle cose viste in quella pellicola in realtà non sono accadute". Secondo questa intervista, Billy Hayes non subì vere e proprie torture e non venne violentato dai secondini. Ad essere vera, invece, è la storia di base. Hayes venne fermato davvero all'aeroporto di Istanbul il 7 ottobre 1970. Sebbene nel film venga mostrato al fianco della fidanzata, nella realtà il ragazzo si trovava da solo in Turchia e da solo affrontò l'arresto per la droga che portava legata al petto. All'inizio il ragazzo venne condannato a quattro anni e due mesi di prigionia, in Turchia: solo più tardi scoprì che, in appello, la sua sentenza era stata modificata a trent'anni di reclusione perché non venne più accusato solo di possesso di droga, ma anche di contrabbando. Venne dapprima imprigionato a Sağmalcılar e poi trasferito nella prigione psichiatrica di Bakırköy. Successivamente venne spostato alla prigione di Imrali nel luglio del 1975. È da qui che riuscì a evadere il 2 ottobre dello stesso anno, riuscendo a rubare una barca a remi a Bandirma, prima di attraversare il confine con la Grecia.

Dopo altre due settimane di interrogatori per capire la portata delle informazioni in suo possesso venne deportato da Salonicco a Francoforte. Qui venne di nuovo interrogato, ma stavolta dalle autorità statunitensi che infine gli concessero di poter tornare a casa.

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