"Gesto pressorio forte". Il dolore di Sorrentino nella firma

La grafia del regista rivela la sua personalità. Il suo "Io" che emerge in "È stata la mano di Dio"

"Gesto pressorio forte". Il dolore di Sorrentino nella firma

Dall’analisi della firma del regista napoletano, se pur oscura, ossia difficile da decifrare, mette tuttavia in evidenza una forte volontà e una notevole vitalità psicofisica (vedi gesto pressorio forte). Il gesto è originale e vergato a mo’ di “geroglifico” tanto da poterlo paragonare alla scrittura egizia: due segni quasi scolpiti nei due termini “Paolo Sorrentino”. Il cognome è inoltre sottolineato da una paraffa a rivendicare il casato; diventa quasi, una voglia di mostrarsi padre di sé stesso. La firma, infatti, evoca simbolicamente la paternità.

L’essenzialità della segnatura racconta il suo desiderio di esprimere nella vita i suoi talenti, le sue conoscenze, la professionalità e il buon gusto, quasi a scongiurare l’ombra che lo ha accompagnato per tutta la vita: il ricordo di un’adolescenza serena costellata però da un episodio increscioso: la morte di entrambi i genitori quando egli aveva solo 16 anni. Nel suo ultimo film “È stata la mano di Dio” egli sembra come riscattarli rivivendo quei momenti dolorosi. Si nota quindi nella sua sigla mascherata un che di sofferto, ma anche di rivalsa, per dare il meglio di sé, cercando di cancellare qualche ombra e mettendo in gioco sé stesso. Il fatto di evitare di scrivere in modo leggibile il nome e il cognome sta a significare che in fondo Sorrentino non ha ancora superato del tutto la sofferenza.

Inoltre, è indice di una personalità essenziale dove la netta separazione tra nome e cognome denota che l’affermazione nel sociale è per lui assai importante come liberazione dal passato e superamento del tormento, pur nel desiderio di mantenere tutto nel segreto della sua memoria.

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