Il grande schermo è "piccolo" Downton Abbey diventa film

Non solo la fiction inglese, anche i «Soprano» diventano lungometraggi. Ormai ispirazione e trame nascono in tv

Il grande schermo è "piccolo" Downton Abbey diventa film

All'inizio, tolte rarissime eccezioni (come Star Trek o The Addams) la direzione della corrente era chiara. I film di grande successo diventavano serie tv. Per carità, succede ancora, vedasi il recente e mal riuscito adattamento di Pic Nick a Hanging Rock, però ormai le serie sembrano aver preso il sopravvento. Per accorgersene basta vedere l'immediato clamore che si è creato attorno alla notizia che Downton Abbey, una delle serie più amate, diventerà effettivamente un film. Il via definitivo alla produzione è stato dato pochi giorni fa da Focus Features, studio cinematografico che fa parte della galassia Universal. E subito si è scatenato l'interesse dei media e dei fan, preoccupati di capire se tutto il cast della serie, che dopo tre anni è andato a fare altro, ha risposto alla chiamata ed è disposto a tornare nell'avita dimora dei Crawley, Conti di Grantham.
La risposta sembra essere sì, l'altro ieri è arrivata la conferma che anche la pluri-premiata Oscar Maggie Smith (2 Oscar, 3 Golden Globe, 5 Premi BAFTA, 5 Screen Actors Guild Awards, 4 Emmy Awards e un Tony Award) tornerà a dar vita - a ottantatré anni ancora sul set brillantemente - al personaggio più amato di tutta la serie: la sardonica e irriverente lady Violet. Per il resto del cast: tranquilli. È già sicuro che Michelle Dockery, Laura Carmichael, Joanne Froggatt, Hugh Bonneville ed Elizabeth McGovern torneranno a interpretare i personaggi a cui hanno dato volto e voce nella fortunatissima fiction britannica. Continuità anche nella sceneggiatura? A scrivere la trama, ancora tenuta segretissima, è stato messo il creatore dello show, Julian Fellowes, che sarà anche produttore insieme a Gareth Neame e Liz Trubridge. Alla regia Brian Percival, che già aveva girato e diretto diversi episodi della serie tra cui il pilot (da sempre il momento più delicato di una fiction).
Ma c'è anche un altro classico delle fiction che si accinge a prendere forma di film. I Soprano sono finiti 11 anni fa, e sono senza dubbio la fiction che ha dato il via all'«età dell'oro» delle serie. Tanto per dire, c'è ancora gente che si spreme le meningi sull'ultima puntata, andata in onda negli States nel giugno del 2007. Ora è certo che arriverà quel prequel di cui si parla da marzo. Per il momento non se ne sa molto, ma alcune indiscrezioni sono uscite su Hollywood Reporter ai primi del mese.
Anche qui è stato scelto il formato della pellicola singola. Il titolo c'è già: The Many Saints of Newark. Quanto agli sceneggiatori, anche in questo caso si è cercato di andare sul sicuro, cioè sulla continuità. Ci sarà David Chase, che dei Soprano è stato lo showrunner, e Lawrence Konner, altro sceneggiatore che si è fatto le ossa in molte puntate della serie. Del prequel, Chase sarà anche il produttore. Alla regia, invece, Alan Taylor, uno dei registi più quotati della serie originale (proprio con I Soprano si mise in tasca un Emmy nel 2007). Data preventivata? Fine 2019. A detta dell'Hollywood Reporter la vicenda sarà «ambientata nel bel mezzo delle rivolte di Newark degli anni Sessanta, quando gli afro-americani e gli italiani del New Jersey erano sul piede di guerra». Questo consentirà di seguire le vicende dei «gangster delle due comunità». Insomma stesso quantitativo di sangue e morti dell'originale. Qualche dubbio in più sul cast e soprattutto sui personaggi. Vedremo alcuni dei favolosi cattivi che abbiamo apprezzato nella serie? Secondo l'Hollywood Reporter sì, anche se ovviamente in versione più giovane. Ma in questo caso la continuità sarà minore: non ci saranno gli stessi attori (a partire da James Gandolfini, morto nel 2013).
Ovviamente speriamo che i risultati di entrambi i prodotti siano buoni. Anche perché pare che si stiano facendo le cose in grande stile. Per ora, però, il passaggio da serie a film, tolte grandi eccezioni come Mission Impossible e Charlie's Angels (dove a pesare sono stati i divi, più della trama), anche perché avvenuto in modo relativamente più raro dell'inverso, ha fatto segnare anche notevoli flop. Quattro per tutti: Sex and the City, Miami Vice, The A-team e il devastante Hazzard. Ma forse è proprio iniziata un'altra epoca.

In questi casi sono gli showrunner delle serie a essere al centro anche della produzione dei film. E soprattutto siamo di fronte a serie di nuova generazione dalla trama complessa, che non costringono a ripetere per due ore un canovaccio pensato per reggere quaranta minuti. E questo fa tutta la differenza.

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