Un grido di battaglia per Reggio

Metti un pomeriggio d'agosto a Reggio Calabria sul lungomare, il Km più bello d'Italia come disse d'Annunzio, metti la lunga fila al Museo Nazionale della Magna Grecia per ammirare i Bronzi di Riace e t'imbatti in un Palazzo che l'attuale Città Metropolitana non promuove, forse perché chi l'ha ristrutturato e riconsegnato alla città è stata la precedente amministrazione (la Provincia) di centrodestra. Parliamo del Palazzo della Cultura, ex brefotrofio, struttura degli anni '30, trasformato dall'assessore (di allora) alla Cultura e Legalità, Eduardo Lamberti Castronuovo in un edificio che ospita, accanto ad alcuni capolavori di grandi artisti come De Chirico, Dalì, Sironi, Fontana tutte opere confiscate alla n'drangheta - opere di giovani o meno giovani artisti reggini OFF ma di grande valore.

Allora uscendo, su un tavolo del Palazzo prendo una rivista sugli appuntamenti culturali dell'estate reggina e, mi chiedo perché non si faccia riferimento a questo esempio di virtuosa fusione tra passato e presente, tra Arte e Identità. Passeggio ancora sul lungomare e mi fermo di fronte al busto di chi ha combattuto per la sua comunità, Ciccio Franco. Quel motto risuoni sempre nella testa di chi promuove la nostra Cultura!

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