Houellebecq stronca le femministe ed elogia Trump

Houellebecq stronca le femministe ed elogia Trump

Le femministe? «Delle amabili idiote, inoffensive in linea di principio, rese purtroppo pericolose dalla loro disarmante assenza di lucidità». Donald Trump? «Uno dei migliori presidenti che l'America abbia conosciuto». Éric Zemmour? «La figura più interessante della contemporaneità tra i cattolici non cristiani». Bastano queste tre osservazioni per far venire l'orticaria ai benpensanti francesi, che da anni considerano Michel Houellebecq uno scrittore infrequentabile, uno che non merita di essere invitato in certi salotti di Saint-Germain-des-Prés perché ha scritto che «l'islam è la religione più stupida del mondo», che «l'Europa è solo un'idea sciocca che si è gradualmente trasformata in un brutto sogno, dal quale dobbiamo prima o poi svegliarci», che l'eutanasia è un fallimento etico dell'Occidente e l'affaire Vincent Lambert «non si sarebbe dovuto verificare». Ma c'è molto di più in Interventions 2020 (Flammarion), da oggi nelle librerie francesi, terza raccolta di articoli, saggi e riflessioni dopo Interventions, pubblicato nel 1998, e Interventions 2, uscito nel 2009. Jean-Paul Sartre ha pubblicato dieci tomi delle sue Situations, Houellebecq, invece, ha detto che «non ci sarà una quarta edizione», che saranno le sue ultime Interventions, a meno che non ci siano casi di «grave emergenza morale». «Non giuro certamente di smettere di pensare, ma quantomeno di smettere di comunicare i miei pensieri e le mie opinioni in pubblico, salvo casi di grave emergenza morale per esempio una legalizzazione dell'eutanasia (non penso che se ne presenteranno altri nel tempo che mi resta da vivere)», scrive sulla quarta di copertina il romanziere francese. Il quarantacinque per cento dei testi presenti in Interventions 2020, erano già usciti nelle due edizioni precedenti, il cinquantacinque per cento restante, invece, racchiude gli interventi di Houellebecq apparsi negli ultimi anni, come la prefazione al libro di Emmanuel Hirsch Vincent Lambert: une mort exemplaire? Chroniques 2014-2019 (Éditions du Cerf), dove l'autore di Soumission esprime la sua profonda ostilità all'eutanasia, o l'intervista scorrettissima rilasciata nel maggio 2019 al magazine sovranista parigino Valeurs Actuelles, che scatenò la canea dei progressisti. Gli interventi di Houellebecq acquistano oggi nuova linfa, in particolare il suo lungo articolo pubblicato sulla rivista americana Harper's Magazine nel gennaio 2019, in cui esternò tutto il bene che pensava dell'attuale inquilino della Casa Bianca. «Trump è stato eletto per salvaguardare gli interessi dei lavoratori americani, e sta salvaguardando gli interessi dei lavoratori americani. Durante gli ultimi cinquant'anni, in Francia, ci sarebbe servito qualcuno con questo pensiero», commentò Houellebecq. E ancora: «Trump è a favore della Brexit. Abbastanza logicamente, lo sono anche io (). Il presidente Trump non considera Vladimir Putin un partner con il quale è impossibile negoziare; nemmeno io (). Sembra che Trump abbia recentemente dichiarato: Sapete che cosa sono? Io sono un nazionalista!. Anche io lo sono. I nazionalisti possono parlarsi tra loro; con gli internazionalisti, stranamente, il dialogo non finisce quasi mai bene».

A New York, sponda liberal, venne il voltastomaco leggendo quelle parole, a Parigi i giornali della sinistra gridarono alla «deriva destrista» di Michel Houellebecq. Ma lui, si sa, se ne è sempre fregato di quel mondo intellettual-mondano ossessionato dal correttismo. Lui, il guastafeste della gauche.

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