Tra i Dardenne e Malick sale la febbre per Tarantino

Sale la febbre per Quentin Tarantino, asserragliato all’hotel Carlton con la moglie Daniella Pick e ammutoliti dall’esclusiva venduta a una televisione

Tra i Dardenne e Malick sale la febbre per Tarantino

da Cannes

Comincia la settimana delle stelle sulla Croisette. Sale la febbre per Quentin Tarantino, asserragliato all’hotel Carlton con la moglie Daniella Pick e ammutoliti dall’esclusiva venduta a una televisione. Domani verrà presentato C’era una volta a… Hollywood ma intanto Hollywood è qui. Abel Ferrara e Willem Dafoe si sono concessi sorridenti ai fotografi dopo la presentazione di Tommaso e i fratelli Dardenne scendono in campo con Il giovane Ahmed su un tema attualissimo. Un ragazzo francese che ha scelto l’Islam e la jihad. Intanto Terrence Malick non si è smentito e ha disertato l’incontro dopo la proiezione di Hidden life, film che sfiora le tre ore su una crisi di coscienza di un padre di famiglia austriaco che si rifiuta di giurare lealtà a Hitler.

Solo apparentemente l’opera si ricollega al filone sulla II guerra mondiale perché in realtà il rilievo maggiore viene dato all’obiezione di coscienza che rende il soldato un uomo capace di rinunciare alla sua stessa vita pur di non calpestare i propri principi e seguire le orme di un dittatore sanguinario. Hidden life, girato ampiamente in Italia nell’Alto Adige, conferma le grandi virtù di Malick e la sua allergia alla stampa e al mondo frivolo in generale. A presentarlo sono stati i due protagonisti, orfani non soltanto sulla scena.

Ampi consensi invece per Portrait d’une jeune fille en feu dove Celine Sciamma, autrice della sceneggiatura e direttrice, porta in scena l’amore dal versante femminile rivisitato attraverso il mito di Orfeo ed Euridice. Una pittrice è chiamata da una duchessa a fare il ritratto della figlia, reduce dal convento e promessa sposa a un uomo che lei stessa rifiuta. il quadro diventa una sorta di tela di Penelope per la giovane Eloisa che teme di dover affrontare i fiori d’arancio dopo la fine della pittura. Tra lei e l’artista nasce però una sorta di complicità che si trasforma in intesa e in sentimento fino a sfociare nella carnalità.

Il tema dell’omosessualità è accennato e prende la scena ma è la condizione della donna il perno principale del film che tenta di scandagliare il pianeta rosa in ogni sua sfumatura. Anche nell’opera di Celine Sciamma c’è un tocco di Italia.

Milano resta sullo sfondo di un nostalgico passato dei protagonisti, tra i quali spicca Valeria Golino che recita la parte della duchessa. Un dramma pensato e curato in ogni dettaglio che rischia di aprirsi uno spiraglio fra tanti mostri sacri in passerella che ipotecano i premi della Costa azzurra.

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