Ilaria D'Amico: "La maternità deve unire noi donne, non separarci"

La conduttrice tv prenderà la maternità. Ma accusa la società: "C'è invidia verso le poche che sembrano potersi permettere di gestire al meglio lavoro e famiglia"

Ilaria D'Amico: "La maternità deve unire noi donne, non separarci"

Quando nel 2010 era nato Pietro, nel giro di poche settimane Ilaria D'Amico si era ripresa e già dominava il palco di Sky. Una scelta che è stata fortemente criticata dalle donne a criticare questa scelta ma che l'ha trovata d'accordo con mamme come Michelle Hunziker e Marissa Mayer, amministratore delegato di Yahoo!. "Quando diventi madre affronti una serie di frustrazioni, e queste frustrazioni ovviamente aumentano man mano che calano i mezzi e i privilegi - racconta oggi su Vanity Fair - sono le donne a rinunciare a lavorare quando gli stipendi sono bassi, perché non conviene pagare l'asilo nido che è ancora troppo caro". E accusa: "Quindi c'è invidia verso le poche che sembrano potersi permettere di gestire al meglio entrambe le cose, carriera e famiglia. Sembrano, ribadisco, perché un prezzo si paga sempre. E, poi, si critica Marissa ma non si dice che, ai comandi di Yahoo!, ha triplicato il tempo del congedo di maternità per le donne dipendenti e introdotto il congedo per i padri. Mi viene da dire: donne, giudichiamo meno e aiutiamoci di più. La maternità che ci divide tanto, è un tema che ci dovrebbe unire".

Oggi Ilaria D'Amico non farà la stessa scelta di un tempo. Questa volta farà, infatti, la maternità. "Lavorerò fino all'ottavo mese, ma dopo ho intenzione di prendermi una pausa lunga, almeno sei mesi - racconta - sento che questa è la mia priorità: ho bisogno di un tempo più lento per essere madre. Perché vivo una maternità più adulta, perché è la seconda, con una famiglia allargata che ha bisogno di essere coccolata in maniera più accorta, e perché quel piacere per la prima gravidanza me lo sono negato". Una scelta tutta sua. (Sky e La7, le due aziende per cui lavorava, non avevano fatto alcuna pressione. Alla base di tutto il desiderio di non perdere l'occasione di commentare i mondiali. "Ero stata bene in gravidanza, non pensavo che dopo il parto ci sarebbe stato il contraccolpo - dice ancora a Vanity Fair - è assolutamente innaturale, nei primi quattro mesi di vita di un figlio, dedicarsi contemporaneamente a lui e a un lavoro che ti assorbe tanto. Sono i mesi in cui devi costruire il rapporto, impostare il ritmo sonno-veglia, accudire il bambino e te stessa. A volte lo allattavo in camerino e, perchè i ritmi non erano sempre ordinati, ho sofferto di mastiti. Ma la cosa di gran lunga peggiore è stata il vivere quel primo anno di maternità dilaniata dai sensi di colpa".

Per le scelte prese la D'Amico non si sente di pentirsi. Anzi, rifarebbe tutto daccapo. "All'epoca ho fatto quello che mi sentivo di fare - spiega - credo che noi tutti, noi donne in particolar modo, dovremmo imparare a rispettare le scelte delle donne. In America, dove la competizione è molto più spinta che da noi e il turn over lavorativo molto più veloce, Marissa Mayer ha raggiunto una posizione delicatissima. E poi la sua azienda, Yahoo!, sta attraversando una fase difficile: capisco la sua scelta. Il problema semmai è un altro". Quale? "Il fatto che una donna quando rimane incinta senta sempre il bisogno di dire: 'Non vi preoccupate, anche se mi sta succedendo la cosa più grande del mondo, penserò sopratutto al lavoro'. È successo anche a me: ho detto a Sky che ero rimasta incinta ma che ci sarei stata, che mi ero organizzata in tutto, anche se non era vero".

Nella lunga intervista a Vanity Fair parla anche di Gigi Buffon.

E, soprattutto, della voglia di essere (ancora) padre. "L'abbiamo cercato ed è arrivato - conclude - l'entusiasmo di Gigi, anche in questo frangente, spesso mi commuove. È bello che un padre, già padre, molto padre, abbia così voglia di famiglia".

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