Gli imbratta-musei non sono eroi

Già chiamarli attivisti significa far loro un complimento, e mi riferisco agli imbrattatori di quadri famosi

Gli imbratta-musei non sono eroi

Già chiamarli attivisti significa far loro un complimento, e mi riferisco agli imbrattatori di quadri famosi (prima un Van Gogh a Londra, poi un Monet a Potsdam, in Germania, e chissà domani, visto che ci hanno preso gusto...). Attivismo è una bella parola, implica l'impegnarsi, il darsi da fare. Ma se fai cose brutte per ragioni sbagliate era meglio se te ne stavi a casa sul divano, era meglio se te ne stavi passivo. E non chiamateli ragazzi perché suona come un'attenuante e non se la meritano: non sono mica poppanti, si è imputabili penalmente già a 14 anni e questi, a giudicare dalle immagini scattate nei musei assaltati, 14 anni ce li hanno per gamba. Gli sporcaquadri sono ambientalisti fanatici e ricattatori dichiarati: «Noi non ci fermeremo fino a quando le nostre richieste non saranno messe in pratica», ha detto un portavoce di Ultima Generazione, filiale italiana del network sudicione che in Nord Europa si chiama Last Generation. Nomi dal sentore apocalittico, coerenti col terrorismo psicologico che è il metodo di questi gruppi millenaristici: la fine del mondo è vicina, convertitevi finché siete in tempo... Altrimenti? Altrimenti l'inferno (al posto delle fiamme oltretombali dell'immaginario cristiano sono previste le vampate di calore del riscaldamento globale). Ma di quali richieste si tratta? Eccole qui, dal loro sito ufficiale: «Interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e di cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale». Tradotto in parole povere: freddo e miseria. Fra l'altro sono le stesse privazioni sofferte dall'autore di uno dei quadri imbrattati, Van Gogh, artista a cui un po' più di carbone nella stufa avrebbe reso la vita un po' meno difficile. E i pittori bohémien, con la fame che si ritrovavano, mai avrebbero sprecato la salsa di pomodoro e il puré di patate che gli ecovandali hanno gettato sulle loro tele. È chiaro che gli sporcaquadri sono figli della caldaia a metano: nell'Ottocento nessuno si sarebbe sognato di chiedere la proibizione del carbone, si sapeva fin troppo bene cosa significava non potersi riscaldare... Oggi invece qualcuno si permette una totale mancanza di senso della realtà, e in un momento drammatico di crisi energetica e maxibollette avanza richieste che se accolte significherebbero ancora più crisi e ancora più costi. Che poi quelli di Ultima Generazione nemmeno l'autodefinizione di nonviolenti si meritano. Sempre lo stesso portavoce dichiara: «Ci sembra di parlare ad un muro e se quel muro non si apre allora dobbiamo sfondarlo, per forza».

Violente sono queste parole, violenti sono i lanci di cibo contro i quadri, violenti sono i blocchi stradali (quelli sul Grande Raccordo Anulare sono un'altra loro specialità) che fanno perdere tempo, denaro e pazienza a tante persone che lavorano e che col riscaldamento globale, causato dai cicli solari o dalle emissioni cinesi, non c'entrano nulla. Non chiamateli attivisti, se non siete masochisti.

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