Svaccato, perbene e perbenista. "Zoro", l'elitarismo in t-shirt

Propaganda Live è uno dei pochi programmi per cui vale la pena guardare la tv. Ma anche di spegnerla. E poi c'è il conduttore: Diego Bianchi, in arte Zoro

Svaccato, perbene e perbenista. "Zoro", l'elitarismo in t-shirt

Propaganda Live è uno dei pochi programmi per cui vale la pena guardare la tv. Ma anche di spegnerla. E poi c'è il conduttore: Diego Bianchi, in arte Zoro. C'è chi lo adora, e sono molti. E chi cambia canale appena lo vede, e sono anche di più. La distanza fra un maestro e un maestrino è tutta in uno zapping. Del resto, Propaganda Live è l'unico programma dove ti puoi ritrovare a ridere e a piangere nella stessa serata. E non è detto sia una cosa positiva.

Positivo nei confronti della vita, sempre il primo a essere dalla parte degli ultimi, ossessionato dagli oppressi, vendicatore degli oppressori, intollerante con gli intolleranti e tollerante con i compagni: paladino dei diritti, che a volte legge a rovescio, conformista, perbenista e di sinistra, Diego Zoro Bianchi, romano del quartiere più romano di Roma, San Giovanni, così antico che parlano l'appio-latino - Veni, Vidi, Daje e Aridaje è uno dei personaggi più divisivi della televisione italiana. La sinistra di scherno e di governo lo vorrebbe ministro della Propaganda, la destra gira dopo la sigla d'inizio. La prima lo trova irresistibile, la seconda insopportabile. Per capire quanto, si può fare un esempio. A un elettore del centrodestra Zoro è simpatico quanto Gasparri a uno di estrema sinistra. Daje, eddaje, daje tutta, e daje forte!

Così di sinistra da permettersi di laurearsi alla Sapienza con Domenico Fisichella, poi ministro del governo Berlusconi; così romano da concedersi di suonare in una band di Sora, capitale culturale dell'Impero; così militante da personificare il detto della nonna, la famosa nonna Zora («Mia nonna diceva che la politica si fa pure in bagno». Appunto), Zoro, un giornalismo tra il gonzo e Gazebo, è un indiscusso professionista. Una solida carriera alle spalle e un futuro da Pif. Prima blogger, poi youtuber, passaggi nel mondo della radio e del cinema, e ora conduttore intelligente, ironico, sensibile, fazioso, stucchevole. Che ha inventato a suo modo uno stile. In inglese si dice understatement. Da noi: svaccato. Ahò, Appiccicà, Cojonà, Inquartasse, Intuzzà, Svortà, Stacce, Fattela pijà bene, Sto a schiumà, Magnatela na cosetta, Sto' a rota, zagajà, Fàmose a capì', e Rula Jebreal... E dajé!

Jeans largo, posizioni rigide, magliettine stazzonate - er mejo majettaro de Roma, brand da migliaia di euro, si compra tutto online, o da Zoro Home - Diego Bianchi è stropicciato, indolente, umile ma restando sempre migliore degli altri. Come i vacanzieri intellettuali ultra chic - piedi nudi da giugno a settembre, capanno sul mare a Marina del Chiarone ma con il cuore a Coccia di morto - trasandato, controvoglia, provinciale, Damilano al mondo, da Roma Sud alla Curva nord «Forza Roma, daje lupi!» - tra Mostacciano e Spinaceto. Si chiama autoreferenzialità, facendo finta di parlare a tutti.

Quelli di Propaganda Live - televisivamente bravissimi, ideologicamente insopportabili - sono così. Forti nei palazzi del potere e delle tv, deboli nel Paese e tra la gente. Come il Pd. Che ha governato per 11 anni negli ultimi 15, ma l'ultima volta che ha vinto le elezioni è stato nel 2006. La si può definire una prova di notevole abilità. Ma alla lunga risulta surreale. Daje ar fascio!

Gigante in una rete di L7 nani, Zoro voce di autentica rottura, in qualsiasi senso lo si intenda - ha dalla sua il privilegio di condurre l'unica trasmissione del panorama televisivo italiano che ha sul mondo un punto di vista diverso. Il suo.

Show, tweet e T-Shirt, in realtà Diego Bianchi - share medio 5,2 per cento, Zoro in condotta è rimasto un conduttore alla mano, nonostante l'indiscusso successo. Sempre gentile e disponibile, non ha mai ceduto al fascino tentatore della prima donna, lui che è l'esempio televisivamente migliore di maschio femminista. L'Italia lo malsopporta, ma Roma lui l'ha conquistata. Potrebbe candidarsi anche sindaco. La Giunta è già fatta: Makkox alla Cultura, Missouri 4 ai Trasporti, Roberto Angelini - il chitarrista ricercato dalla Guardia di Finanza - alla Legalità e trasparenza, Marco Damilano al Pluralismo dell'informazione. Capalbio e caparbi. È la bellissima Sinistra velleitaria e supponente, ecologica e accogliente, presuntuosa e narcisista. L'Italia però è migliore di così...

Che poi. Su Propaganda Live, non si può dire nulla. Criticare la trasmissione significherebbe ammettere di essere invidiosi. Ottimo programma di informazione, un format che ci guadagnerebbe se fosse più snello, loro sono battutari micidiali, cazzoni, sempre obiettivi, sempre sul pezzo, sempre a dar voce a chi non ne ha, un non-lieu del palinsesto dove lottare per avere più diritti. Per gli altri e per sé. Ecco sì, magari un po' più d'attenzione al casting delle quote rosa... Comunque «Grazie per esserci stati ogni venerdì, viva Diego, viva Makkox, viva il Pojana, viva Propaganda Live». Come diremmo a Busto Arsizio: Mecojoni! E comunque chi li critica non li conosce abbastanza.

Reportage a Rozsko e pipponi, la «jungle» di Calais e Porta Metronia, servizi di qualità e spaccati toccanti di vite perdute, palestinesi, Val di Susa, migranti, tanti migranti, migranti dappertutto, prima e dopo ogni blocco pubblicitario, rider, migranti, Ilva, terremoti, migranti, disagio per lo sfruttamento del lavoro nero, spiegoni, migranti, l'agricoltura chimica e il glisofato, ipocrisia, principi etici, collette alimentari, élitarismo intellettuale, migranti e qualche ammiccamento adolescenziale di troppo. Zoro e i suoi lo scriviamo senza ironia sono fantastici. E chi non lo pensa è un salviniano ignorante populista sovranista sessista bianco omofobo meloniano neocolonialista e potenziale stupratore.

Sbeffeggiando&ridacchiando, Zoro&Co sanno informare, divertire e farci compagnia. Certo, fra nepotismo artistico e familismo ideologico, quella simpatica comitiva di borgatari da bar dell'Appio-Tuscolano che è Propaganda Live sa troppo di amichettismo che rischia di sfociare nel cameratismo. Che, a pensarci, è una cosa di destra. Ma in fondo - da mamma Zoro al Ricciolo, tassinari compresi - è tutto molto leggero, con quell'aria tipica da Sinistra dell'Aventino di un gruppo di vecchi amici che hanno capito come va il mondo, e te lo spiegano. Di peggio, a sinistra, in questo senso, c'è solo Michele Serra. Dajeeeeee a tutti!

Di suo, Diego Bianchi, che è solo un po' più coatto di Formigli, un po' meno radical chic della Gruber, sarà anche eticamente superiore a tutti noi «Io so' io e voi non siete un...», non mi ricordo cosa - ma intanto ha capito benissimo che la satira è la forma di politica più efficace che esista. Purtroppo, però, non che il sarcasmo è solo una arguzia più vile. La statura di un comico - si sa - si misura con quella di coloro che prende in giro. Tirata d'orecchi al compagno che sbaglia, e la gogna a tutti gli altri. Poi, certo, il caso Angelini poteva essere gestito meglio.

Come iniziare con una trasmissione alternativa per poi finire sulle riviste di gossip a un euro, Cairo editore. A Roma si dice «Tocca abbozzà».

Per il resto, un saluto a tutt*, e arrivederci a settembre. «Che manco ce fai ride!».

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