Interessante viaggio nell'anima degli ultras

Il cinquantenne Sandro è, da anni, il capo degli Apache, un gruppo di ultras del Napoli. Il tutto, nonostante un Daspo che gli impedisce di andare fisicamente in curva con il suo gruppo

Interessante viaggio nell'anima degli ultras

Il cinquantenne Sandro è, da anni, il capo degli Apache, un gruppo di ultras del Napoli. Il tutto, nonostante un Daspo che gli impedisce di andare fisicamente in curva con il suo gruppo. La sua leadership, comunque, sembra ancora aver presa tra i coetanei, ma meno sulla nuova generazione che, invece, vorrebbe prendere decisioni diverse. In particolare, in vista di una trasferta della squadra partenopea a Roma, le due fazioni sembrano ben distanti: i vecchi impongono il no, mentre i giovani stanno pianificando il raid che metterebbe a fuoco la Capitale. Sandro dovrebbe, con il suo carisma, imporre la volontà dei fondatori, ma ha conosciuto Terry e il suo interesse per il calcio scema in maniera direttamente proporzionale alla voglia di costruirsi un futuro diverso con la donna. Del gruppo, fanno parte anche alcuni minorenni, come il sedicenne Angelo, il cui fratello era stato ucciso in una trasferta a Roma; con una famiglia inesistente, il ragazzo vede, in Sandro, una sorta di figura paterna. Davvero interessante, il film girato dall'esordiente Francesco Lettieri, passato per pochi giorni nelle sale, e in arrivo, da domani, su Netflix. È una pellicola che non fa sconti, nel senso che non induce in sentimentalismi, ma si sforza, riuscendoci, di raccontare, da dentro, l'anima tormentata di un gruppo di ultras. Certo, per alcuni versi sembra che rientri in un filone napoletano, stile Gomorra, per rappresentare lo scontro generazionale tra chi si è costruito, con fatica, vuoi un impero del crimine, vuoi un gruppo di ultras e coloro, più giovani, che scalpitano per avere tutto e subito, senza aspettare. Però, al di là del discorso di fondo, a colpire sono sicuramente i dietro le quinte verosimili delle tifoserie, con i riti, le preparazioni alle trasferte, le gerarchie, il senso di appartenenza, il rapporto con le forze dell'ordine.

Da questo punto di vista, un film vero, istruttivo, nel senso che aiuta a capire certi fenomeni legati al mondo del calcio, magari, dal di fuori, inspiegabili. Un plauso al protagonista Aniello Arena che ben duetta, a seconda dei momenti, con la sempre brava Antonia Truppo e con il giovane promettente Ciro Nacca.

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