"Io, emozionata a 83 anni. Ma è sempre bello sfidarsi"

Al suo ottavo Festival, la signora della canzone italiana si sente in pace con il mondo. Compresi gli invidiosi...

"Io, emozionata a 83 anni. Ma è sempre bello sfidarsi"

nostro inviato a Sanremo

Lo dice testuale: «Sono leggermente stanchina, se non lo ammettessi sarei falsa come Pinocchio». Ornella Vanoni ha quasi 84 anni, ha debuttato a Sanremo nel 1965 ma prima aveva già lavorato con Strehler e a Broadway. Da allora ha fatto altri sette Festival ed è diventata la vera signora visibile della canzone italiana, visto che da quarant'anni Mina non ci mette più la faccia ma solo la voce. «Ornella è lo stile» ha riassunto una volta Claudio Baglioni che l'ha voluta al Festival con un brano (Imparare ad amarsi) che la veste alla perfezione. È stato lui a chiamarla per interpretare il brano di Bungaro in coppia con l'autore. Poi Pacifico ha messo lo zampino nel testo e ora tutti e tre sono nella zona blu, ossia in pole position per la vittoria. «Ma sa che c'è?», chiede lei a bruciapelo.

Prego, signora Vanoni.

«Stavolta facevo fatica ad ammettere a me stessa di essere emozionata prima di andare in scena. Ho fatto tanti Festival e so bene che su quel palco cambia tutto. Non a caso, l'unica volta in cui mi sono divertita è stato nel 1999 con Enzo Gragnaniello. Però pensavo che con il tempo questo terrore mi passasse. E invece no. Quindi nella prima serata ero molto tesa e non sono stata alla mia altezza».

E poi?

«Poi sono migliorata».

D'altronde ha appena avuto un malanno alla gola.

«Eh, avevo la gola marcita. Tutti a Milano si sono ammalati, praticamente un'epidemia».

Guarita?

«Alla perfezione. Con Mario Lavezzi abbiamo trovato a Verona uno specialista meraviglioso, il dottor Rossi, che mi ha rimesso a posto e ora sono come nuova».

Ma perché a 83 anni è tornata in gara?

«Perché è sempre divertente sfidarsi ed è bello averne sempre voglia. In più avevo questo gran pezzo e ho detto: va là che provo a far vedere agli italiani quanto sono ancora brava».

Il nuovo brano si intitola Imparare ad amarsi.

«È molto difficile, sa? Imparare ad amarsi è una missione talvolta quasi impossibile. Ma anche volersi bene è un obiettivo complicato. Come perdonarsi. Chi non perdona, conserva dentro del rancore e dei cattivi umori che non lo faranno stare bene. Ma raggiungere la capacità di perdonare è molto, molto complicato, anche se poi ci si riesce».

Lei ci riesce?

«All'inizio soffrivo ma non perdonavo».

Poi?

«Lentamente ho iniziato a capire che se qualcuno mi ha fatto del male, è perché sta male lui. E ho capito l'importanza del perdono».

Ha perdonato anche qualche sua collega?

«Può darsi in passato. Ma oggi ho rapporti meravigliosi con tutte le altre donne della musica italiana. Tanto è vero che...».

Che?

«Prima del Festival, Malika Ayane, Fiorella Mannoia, Arisa, Paola Turci mi hanno mandato messaggi meravigliosi. Magari non ci si vede tanto spesso, qualche volta non ci si vede proprio mai ma ho un bellissimo rapporto con le altre cantanti».

Però qui è con due autori, Pacifico e Bungaro.

«Gino Pacifico è molto pacato, Bungaro è più emotivo ma insieme tutti e tre abbiamo un grande feeling».

Qui al Festival lei è stata voluta direttamente dall'alto, cioè da Baglioni.

«Dopo la prima serata del Festival ho visto che soprattutto in rete l'hanno massacrato perché era troppo rigido, troppo impostato, poco abituato a quel ruolo. Mi ha fatto tenerezza. E ho pensato: Chissà che brutta notte passerà. Poi però dalla seconda sera ho visto che ha iniziato a entrare davvero nel ruolo. E mi sembra stia andando come si deve».

Al Festival quest'anno c'è anche Gino Paoli. Ha perdonato anche lui qualche volta?

«Stavolta l'ho anche curato perché sua moglie mi ha detto che Gino aveva mal di gola come me e io le ho consigliato di curarlo come mi ero curata io. E ha funzionato anche con lui».

Ornella Vanoni è un simbolo per le donne.

«È capitato».

Il suo pensiero dopo lo scandalo Weinstein?

«Una vera star non ha bisogno di andare a letto con un produttore, difatti Gwyneth Paltrow o Angelina Jolie o Meryl Streep non ne

hanno avuto bisogno. Delle altre star o starlette che lo fanno, non me ne frega nulla. A me interessano le donne che si riducono a farlo per pagare i conti o dare da mangiare ai figli. Sono loro le vere vittime, le altre no».

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