"A star is born", presentato fuori concorso alla 75esima Mostra del cinema, segna il debutto alla regia del celebre attore Bradley Cooper (nominato quattro volte all'Oscar) e ha per protagonista Lady Gaga, qui alla sua prima esperienza sul grande schermo.
Questo è il terzo remake dell'omonimo film uscito per la prima volta al cinema nel 1937, poi nel 1954 (con Judy Garland) e ancora nel 1976 (con Barbra Streisand).
La storia è un grande classico hollywoodiano, quella di un Pigmalione che lancia verso il successo la creatura di cui è innamorato. Il protagonista, Jackson Maine (Cooper), è una gloria del country americano che sta andando verso il declino a causa di alcool e droga. Quando incontra Ally (Lady Gaga), una ragazza di talento che si diletta a cantare in un night, vede in lei le caratteristiche della star e decide di aiutarla. La collaborazione professionale sfocia in sentimento e Ally trova nell'amore per Jackson non solo la strada per il successo ma anche la forza di percorrerla. Lui, invece, pur sperimentando in parte una rinascita, ha oramai troppa intimità con certi effetti distruttivi della fama.
In "A star is born" Bradley Cooper, oltre a dirigere e recitare, si cimenta nel canto: i brani del suo personaggio sono rigorosamente eseguiti dal vivo e le performance riprese sui palchi di grandi festival musicali. Le sue doti canore sono una sorpresa di cui Lady Gaga, in conferenza stampa, racconta: «E' veramente bravo! La prima volta che l’ho sentito cantare, nel mio salotto, l’ho interrotto per dirgli come la sua sia una voce fantastica che si sente provenire dal cuore».
Quanto a lei, popstar finora comparsa solo in piccoli ruoli in "Machete Kills" e "Sin City", nel film archivia la propria natura trasformista e si rivela in versione acqua e sapone, firmandosi nei crediti col vero nome, Stefani Germanotta. E' così che l'ha voluta Cooper, autentica, senza sovrastrutture. Del loro primo incontro lei rivela: «Io stavo scendendo le scale di casa mia e lui aveva già in mano un prodotto per struccarmi. Ha scoperto in me un nuovo volto, una vulnerabilità che mi ha liberata». Nella mutazione della sua Ally da sconosciuta di talento a diva internazionale, non manca di rivedere il proprio cammino ma ci tiene a chiarire una differenza sostanziale tra finzione e realtà: «Io non ero come Ally: io a 19 anni credevo molto in me stessa. Ero già forte. Sapevo di voler fare musica e passavo le notti a esibirmi da un bar all’altro. Molte volte, all'inizio della carriera, ho risposto di no a chi mi proponeva di dare le mie canzoni ad altre ragazze, più belle di me. Mi suggerivano di cambiare aspetto ma io insistevo per essere come volevo, non sexy come tante ma con una mia visione personale».
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