Torna, dopo il successo della prima stagione che ha visto tre milioni di views e ottimi ascolti sulle principali piattaforme digitali dove è stato segnalato tra i contenuti più interessanti “L’Asciugona2. Dieci divertenti episodi in formato podcast e vodcast dedicati al mondo della maternità. Ideatrice e protagonista assoluta, l’attrice e conduttrice Lodovica Comello diventata mamma di Teo proprio nel periodo del lockdown. Con i nuovi episodi prodotti da Dopcast, Lodovica con la sua ironia e il suo particolare modo di raccontare, affronterà temi scottanti a partire da “The Real Story”, ovvero come sono andate veramente le cose durante il fatidico parto rispetto a come se l’era immaginato… Il racconto della "nuova Lodovica" versione mamma continuerà affrontando argomenti come l’allattamento, i cambiamenti fisici e psicologici e la nuova vita a tre, il tutto condito con il suo inconfondibile "tone of voice" ironico e irriverente. Anche dal vivo Lodovica è così, sembra una bambina, sempre sorridente e piena di energia, una super mamma, che presto rivedremo nuovamente alla conduzione di “Italia’s Got Talent”, dove, ci racconta, porterà dietro le quinte anche Teo.
Non hai potuto partecipare alla finale di “Italia’s got talent”, perché stava per nascere Teo, ti è dispiaciuto?
“Molto ma abbiamo preferito così perché con tutta l’adrenalina che hai durante la finale non sarebbe stato il caso. Comunque presentare 'Italia's got talent' è stata un’esperienza magnifica, ormai è il quarto anno che lo conduco e ho trovato la mia dimensione. La squadra è bellissima, e la crew è sempre la stessa, ci si conosce e si lavora veramente benissimo insieme”.
Sarai alla conduzione anche nella nuova edizione?
“Sì anche quest’anno”.
Porterai con te anche tuo figlio Teo?
“Credo proprio di sì, perché staremo via per un po’ di tempo. E' vero che c’è mio marito Tommy che è un bravissimo papà, ma Teo ha bisogno anche della mamma”.
Tornando all’”Asciugona” ti aspettavi tutto questo successo tanto da farne una seconda serie? Da cosa è nata l’idea?
“E' nato tutto per davvero per divertimento. Ci pensavo già da qualche tempo e visto che no riesco mai a stare ferma, mi chiedevo quale potesse essere un modo per rimanere comunque presente anche durante i mesi di maternità. Quindi ho avuto questa idea del podcast che è un formato che sta prendendo molto piede ultimamente e mi sono detta: ‘perché no’. Fortunatamente mi è stata data carta bianca su tutto, mi hai detto: "fai tu e divertiti", ed io così ho fatto, a cominciare dai testi. Poi durante il periodo del lockdown li abbiamo registrati a casa io e mio marito. Quello che si vede nello sfondo è proprio il mio salotto. E’ stato un modo divertente anche per non annoiarci”.
Proprio nel periodo in cui è nato Teo durante la quarantena
“E’ stata proprio un'incredibile ironia della sorte che mai avrei creduto. A modo suo però anche in questa situazione assurda è stato bello così perché abbiamo vissuto la sua nascita in un modo ancora più intenso e speciale, visto che eravamo solo noi tre. Non abbiamo potuto contare sull’aiuto di nessuno, soltanto sulle nostre forze, ma questo ci ha dato modo di conoscerci a fondo. E' stata una scuola pazzesca”.
In questa seconda serie, affronti proprio il tema della genitorialità, come è stato per te diventare madre?
“Una cosa completamente nuova proprio per il fatto che non sono mai stata il tipo di donna che ha da sempre desiderato diventare madre. Non ho mai avuto il chiodo fisso dei figli o meglio lo avevo in un angolo della mia mente ma per me era una cosa che si sarebbe realizzato in un futuro. Poi invece è arrivato all’improvviso Teo e dopo la grande gioia iniziale, ci siamo rimbotti le maniche. E’ stato come scoprire qualcosa di meraviglioso poco a poco”.
Come ti sei trovata a fare la mamma?
“Non ne sapevo nulla, non avevo mai tenuto in braccio un bambino così piccolo quasi per paura che si rompesse. Il corso preparto è stato la mia salvezza, perché sebbene ti diano un’infarinatura molto generale, comunque erano informazioni che io non avevo e le ho prese proprio come oro colato. Poi ovviamente sono andata avanti a tentativi e nel periodo della quarantena io e mio marito abbiamo fatto squadra, ci siamo impegnati anche chiedendo l’aiuto di alcune ostetriche in videochiamata soprattutto quando io andavo nel panico. Ad esempio ho avuto un avvio all’allattamento a dir poco traumatico, con le classiche paranoie: 'Mangia troppo o poco? Gli basta oppure no?', insomma ti vengono tutti questi ‘drammi esistenziali’ queste ‘paturnie’ di cui assolutamente non eri a conoscenza e mai avresti immaginato. Non nego che il primo mese è stato duro, poi però ho scoperto che è tutta una questione di tempo. Sicuramente ho ancora tante cose da imparare ma rispetto ai primi mesi mi sento molto più capace ed esperta”.
Tuo marito ti è stato vicino in questa nuova avventura?
“E’ stato bravissimo. E’ una persona molto sensibile e sapevo che anche lui era sopraffatto dalle mie stesse emozioni e dalle mie stesse paure, ma non me lo voleva far vedere, voleva essere una roccia e trasmettermi tranquillità. Per questo dico che è stato il doppio più forte di me. Così mentre io avevo i dubbi, paure e piangevo, lui faceva il duro e ce la metteva tutta per cercare di non farmi perdere la calma".
Parlando sempre di Tommy tuo marito, anche il vostro matrimonio è stato una cosa improvvisa…
“Sì lo abbiamo fatto in sordina perché per le nostre cose intime siamo sempre stati molto riservati. Lo abbiamo detto solo a pochi amici. E’ stato un po’un matrimonio rock’n roll, c’era tanta voglia di sposarci e di iniziare la nostra nuova vita in Italia, anche perché noi arrivavamo dall’Argentina (dove Lodovica a quel tempo stava girando la famosa serie Violetta ndr) e quindi è stato bello proprio perché un po’ diverso”.
Parlando di figli immagino quanti messaggi di mamme riceverai, cosa ti chiedono?
“Sì, molti soprattutto su Instagram. E’ incredibile il dialogo che si crea tra le mamme. Diventandolo anche io ho capito che ci sono degli argomenti che tu inizi a ‘masticare’ e di cui diventi massima esperta, e alla fine parli solo di quelli: pappe, pannolini, crescita, biberon. Però si è creato tra me e chi mi segue, un dialogo bellissimo perché a modo mio ho raccontato la mia esperienza a volte esagerandola per far capire che ci sono certi aspetti della gravidanza che possono essere anche divertenti. Ho avuto anche tanti papà che mi hanno scritto e questa cosa mi ha colpito molto perché non è vero che la mamma è più ‘mamma’ rispetto ad un papà. Anche molti di loro si impegnano tanto e sono molto di aiuto. Mi ha fatto piacere che anche molti di loro hanno seguito l’Asciugona”.
Come ti ha cambiato la vita Teo?
“E’ una domanda enorme questa, sicuramente sono diversa rispetto a prima, all’improvviso hai un bambino tra le braccia e le tue priorità si stravolgono completamente. Il mio obiettivo è quello di essere una madre presente, saggia che lo sappia ascoltare e guidare nel migliore dei modi, che sappia anche farlo sbagliare, perché io dai miei sbagli ho imparato tantissimo, sapendo comunque che ci saremo sempre noi a proteggerlo. Soprattutto spero che sia lui a guidarmi nella scoperta di questa maternità e aiutarmi a crescere, come ha già fatto fino ad ora, perché mi ha messo di fronte a tutta una serie di sfide che non avevo assolutamente calcolato”.
In un post molto divertente ha scritto che un milione di anni fa, ai tempi di Violetta, eri anche una cantante. Tra l'altro il tuo cd è stato un grande successo, ti piacerebbe un giorno poter tonare alla musica?
“Cantare rimane sempre la mia più grande passione. In questi anni in realtà sono successe tantissime cose, mi sono messa a fare un po' di conduzione, la radio poi il podcast ed è vero che ho accantonato la musica, ma chi può dirlo, io sono la prima che dopo un po' ha bisogno di rinnovarsi e di inventarsi, quindi magari un giorno mi sveglierò e ricomincerò a cantare di nuovo".
Come hai appena detto lavorativamente hai fatto moltissime cose, c’è ancora qualcosa che ti piacerebbe fare o sperimentare?
“Ho ancora un paio di spunte da mettere nella mia lista ad esempio il musical. La mia formazione artistica nasce proprio da quello che secondo me è la massima espressione dell'essere artista. Quindi mi piaceerebbe un giorno sperimentare questa cosa e rifare magari una stagione a teatro che è una dimensione che ho un po' perso. Vorrei anche recitare in un'altra lingua, magari all’estero. Non sarebbe male”.
Il periodo di Violetta come lo hai vissuto e come lo ricordi?
“Ho solo ricordi positivi e meravigliosi. Da Violetta è partito tutto e a Violetta, dico sempre, devo assolutamente tutto.
E' stata forse l'esperienza lavorativa più importante della mia vita, perché a 21 anni sono andata da sola dall'altra parte del mondo dove ho iniziato a lavorare ad una produzione molto grande, in un'altra lingua e questo per me che ero così giovane è stata un’impresa epica. Quelli sono stati anni che rivivrei altre mille volte".
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