L'OPINIONE

«O patria mia, vedo le mura e gli archi/ e le colonne e i simulacri... Ma la gloria non vedo, (...)/ Or fatta inerme, (...)/ Oimè! quante ferite,/ che lividor, che sangue! (...)/ chi la ridusse a tale?». L'appassionata, dolente apostrofe all'Italia del canto di Leopardi raffigura meglio di tante parole il livello di degrado sociale e culturale che abbiamo raggiunto. L'oltraggio della feccia olandese alla Barcaccia del Bernini è il sintomo di una Nazione che è denigrata da tutti, e considerata una specie di sgualdrina internazionale. Ci minaccia l'Isis dalle spiagge della Libia con un video degno della peggior filmografia hollywoodiana, ci umilia l'India tenendo ingiustamente prigionieri i nostri marò, ci umilia la Ue imponendo ai nostri comuni un patto di stabilità che blocca l'economia di un paese governato da Premier non votati dal popolo. Ci umilia il sindaco della Capitale più bella del mondo, trasformata in latrina da chi dovrebbe difendere la tradizione culturale della patria d'Occidente, e invece sembra più interessato alle comunità rom e ai matrimoni gay. Marino, con la sinistra italiana, avevano già mortificato la millenaria storia di Roma togliendo dallo stemma della città la scritta SPQR e sostituendola con «Rome & you». Siamo ai saldi: bastano 45mila euro, come cauzione, a otto barbari tifosi del Feyenoord, arrestati la sera prima degli scontri di piazza di Spagna, per tornare in libertà.

Li avremmo dovuti cacciare a pedate! Con questo sindaco e con questo governo di incompetenti, abbiamo toccato il fondo. Hanno venduto la nostra identità culturale al miglior offerente. Ora riprendiamoci l'Italia, senza demagogia, ma con coraggio e energia esplosiva.

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