Sarà il sorriso caldo e luminoso; sarà l'accogliente, giunonica figura. Fatto sta che Vanessa Incontrada sta per aggiungere un altro personaggio di madre al già nutrito elenco di simili ruoli in cui la sua rassicurante morbidezza è divenuta simbolo di ascolti sicuri. Come una madre - tre prime serate su Raiuno da domenica 2 febbraio, per la regia di Andrea Porporati - è in effetti scritto sulla sua esatta misura: dolcezza e grinta in dosi esatte nel personaggio di Angela, assistente sociale alla quale un incidente porta via il figlio di nove anni e il destino regala due bambini più o meno della stessa età, che lei difenderà dai malviventi che li inseguono. «Quei bambini - racconta l'attrice - le ricordano ovviamente il figlio perduto. Sapendoli in pericolo scatta in lei un meccanismo di maternità riparativa. Che significherà addossarsi pesanti responsabilità, correre rischi terribili. Ma anche vedere il mondo con occhi diversi. E riuscire forse, chissà, a ricostruire la propria vita». Chissà perché la Rai pensa sempre a lei, per questo tipo di personaggi. «Non lo so - sorride Vanessa - né so perché pensi a me così spesso. Di sicuro io faccio solo personaggi che mi piacciono. E questo mi piace moltissimo».
Rifugiatasi su un'isola dopo la scomparsa del figlio, Angela conosce dunque i bambini di una vicina; quando questa verrà uccisa da misteriosi sicari e i figli rischieranno di fare la stessa fine, lei li porterà con sé in una lunga fuga, durante la quale questo inatteso ruolo di madre sostituta riuscirà, lentamente, a lenire il suo incolmabile lutto. «Un po' road movie un po' favola nera - spiega Porporati - Come una madre descrive un'eroina involontaria. Angela non ha, infatti, la stoffa della wonder woman. Ha le sue fragilità; e sta vivendo la tragedia che sappiamo. Cercherà perfino di liberarsi dell'incomodo fardello toccatole in sorte». Allora perché si lancia in un'avventura tanto rischiosa? «In una sua battuta lei stessa risponde: Perché mi è capitato. E dal momento in cui capisce che nessuno, oltre lei, potrebbe salvare i bambini, si armerà di coraggio. Diventando un'eroina per caso, sì, ma pur sempre eroina».
Interpretato anche da Sebastiano Somma e Giuseppe Zeno, girato in molteplici set in tutta Italia («ma sempre poco identificabili: come in Pinocchio quelli delle favole nere sono luoghi dell'anima o dello spirito, piuttosto che reali», dice il regista) Come una madre ha significato per la Incontrada affrontare due diversi tipi di difficoltà. «Innanzitutto avere come partner due ragazzini, di otto e dieci anni. Sembrerà eccessivo, ma il talento e la spontaneità dei piccoli attori può mettere in seria difficoltà un'attrice professionista. Poi c'è stato il problema d'interpretare il dolore di una madre che perde un figlio. Questo strazio è impossibile da immaginare. Quindi impossibile da interpretare. Almeno secondo il mio metodo, che non è razionale, ma tutto intuitivo, di stomaco. Solo con l'aiuto del regista, e con molta, molta pazienza, sono riuscita a dargli un volto».
È certamente una stagione felice per la Incontrada, star tv che, dalle fiction alle conduzioni di show (come il Wind Music Award) ormai riappare spessissimo sul video. «Le mie frequenti partecipazioni alla fiction si spiegano con le bellissime idee che mi propongono, e alle quali non so dire di no. Sento che la Rai mi vuole bene; e i bei rapporti umani sui set, per nulla scontati, nel nostro lavoro, mi spingono ad accettare. Rischi da sovresposizione? Forse. La grande popolarità mi fa, a volte, anche paura. Ma evito di pensarci».
La vedremo allora anche a Sanremo (visto che la serie parte due giorni prima del festival)?. Dopo aver inizialmente negato, ora l'attrice si esprime in termini di calcolata vaghezza. Il che significa: potrebbe essere. Ma non è ancora certo.
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