Mara Maionchi: "Vanoni era forte ma non risultava simpatica"

Intervistata da Sette, il magazine del Corriere della Sera, Mara Maionchi rivela alcuni aneddoti sugli esordi di Tiziano Ferro e Gianna Nannini; e su Ornella Vanoni: "Era forte ma non risultava simpatica"

Mara Maionchi: "Vanoni era forte ma non risultava simpatica"

Intervistata da Sette, il magazine del Corriere della Sera, Mara Maionchi svela alcuni retroscena inediti sugli esordi di Ornella Vanoni, Gianna Nannini e Tiziano Ferro, artisti che ha seguito professionalmente nella sua lunga carriera nel mondo della musica.

La decana tra i giudici di X Factor racconta di aver mosso i primi passi in ambito musicale lavorando nel settore della promozione degli artisti sui giornali e in televisione. "Sa che Ornella non la volevano mai?", esclama Mara Maionchi riferendosi alla Vanoni. "Era forte ma non risultava simpatica - continua - adesso finalmente è venuta fuori com’è, pazza e divertente".

La talent-scout rivela anche un divertente episodio del periodo in cui si occupava della promozione di Ornella: "Voleva una copertina sul settimanale Oggi. Ho fatto la posta al direttore, Vittorio Buttafava: tre giorni fuori dalla porta, dalla mattina alla sera senza chiedere niente". "A un certo punto è uscito: 'Basta, la mettiamo in copertina ma lei vada via!'", aggiunge compiaciuta la Maionchi.

Gli anni della collaborazione con Ornella sono stati il momento in cui Mara afferma orgogliosa di aver potuto esibire il suo look migliore: "Fu il momento più elegante della mia vita. Ornella metteva i vestiti per andare in tv, io li ereditavo. Avevamo la stessa struttura fisica".

A Mara Maionchi si deve anche la scoperta di due stelle di prim'ordine del panorama musicale italiano: Tiziano Ferro e Gianna Nannini. Del primo ricorda il lungo lavoro fatto per portarlo alla prima hit di successo: "L’abbiamo trovato io e mio marito all’accademia di Sanremo. Cantò una canzone sua: orrenda. Però ci diede una sensazione bellissima". "Dopo però abbiamo lavorato insieme due anni. Veniva una volta alla settimana, in treno, da Latina con ciò che aveva scritto e noi gli dicevamo 'non va bene'. Finché fece Perdono", rivela gongolante Mara.

Un percorso simile era stato fatto alcuni anni prima anche con Gianna Nannini: "Arrivò con un paio di stivali da D’Artagnan, si mise al piano e mi fece sentire due canzoni una più brutta dell’altra. Però aveva questo impeto nel cantare".

"Cominciammo a lavorare. Non riusciva a capire. Butta via e riprendi, correggi e disfa, alla fine arrivò America", chiosa la Maionchi, soddisfatta per gli obiettivi raggiunti col suo metodo di lavoro.

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