Lo grida alto e forte, lui che, con la sua bellezza, fece impazzire Luchino Visconti, mentre, nel 1963, girava Il Gattopardo: «Odio quest'epoca, la rigetto». È così che parla l'82enne Alain Delon, icona internazionale pronta a confessarsi all'ex-premier dame Valérie Trierweiler su Paris Match mentre ricorrono i suoi 60 anni di carriera. «La vita non mi dà più grandi cose. Ho conosciuto tutto, ho visto tutto. Ma soprattutto, odio quest'epoca, la rigetto. È tutto falso. Non c'è più rispetto, la parola data non conta nulla. Soltanto i soldi, contano. Lascerei questo mondo senza alcun rimpianto», rivela l'attore, provato dalla perdita dell'amata Mireille Darc, morta l'anno scorso ad agosto e dalla scomparsa dei suoi amici Jean-Claude Brialy e Jean-Pierre Cassel. Un dolore insopportabile, quando il consueto paesaggio si svuota degli affetti più intimi. Perciò adesso non teme la morte, Alain dagli occhi blu, che all'epoca in cui la Trierweiler, scoperta la tresca del compagno François Hollande con Julie Gayet, fu ricoverata in ospedale, le inviò messaggi di solidarietà. Una relazione privilegiata, la loro, che ha portato Valérie a raccogliere le confidenze di Alain 48 ore dopo la morte della Darc. Perché non era una parte della sua vita che se ne andava, ma l'intera sua vita: senza Mireille, anche Alain poteva morire. Eppure per i suoi figli Anthony, Anouchka e Alain-Fabien, il divo di Borsalino è stato un padre affettuoso, lesto a interpretare Zorro per divertire il primogenito. E un partner splendido per le sue numerose donne, da Romy Schneider a Nathalye Baye. «Tutto è avvenuto grazie alle donne, non a me. Andavo pazzo per loro, in particolare per quelle che avevano 4-5 anni più di me. Ringrazio mia madre, perché mi ha dato questa faccia: sono il suo ritratto, era magnifica», ricorda la star, la cui filmografia oscilla tra successi popolari e film autoriali.
Il malinconico Alain, separato da Rosalie van Breemen e fermo, al cinema, dal 2008, dopo Asterix alle Olimpiadi, ha energia da vendere: sta per cominciare il nuovo film di Patrice Leconte, La Maison vide, con Juliette Binoche.
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