Per un nuovo mecenatismo è d'obbligo detassare

Guido Castelli

Il verbo «detassare» si dovrebbe declinare in tutte le attività del Paese. Per la difesa del patrimonio culturale e artistico ha un valore in più. Detassare vuol dire porre le premesse di un nuovo mecenatismo, da intendersi come l'applicazione più alta della sussidiarietà in campo estetico. L'arte è gesto esemplare e si sublima ulteriormente grazie all'azione esemplare di chi se ne rende committente. Gli ultimi governi hanno sventolato il successo dell'ArtBonus: un piccolo segnale sulla strada che da sempre invitiamo a percorrere. In tre anni sono stati raccolti solo 200 milioni da circa 6300 mecenati (prevalentemente fondazioni bancarie), che in media hanno stanziato 10mila euro all'anno, ma abbiamo bisogno di interventi più sistemici. Ciò potrà accadere solo se il sistema fiscale italiano sarà radicalmente ripensato. La Flat Tax è una delle soluzioni possibili proprio perché ha il merito di rifondare il senso stesso del rapporto fiscale tra cittadino e sistema pubblico. Mecenatismo e detassazione: la quantità fa la qualità. Ci vuole coraggio e determinazione per attivare i circuiti positivi che rendono vitale una comunità territoriale e una comunità nazionale, che attorno alla cultura e all'arte disegnano la propria identità. Negli anni della ricostruzione del secondo dopoguerra una legge impose ad ogni investimento immobiliare pubblico l'obbligo di destinare il 2% a bandi di concorsi artistici per arricchire le collezioni nazionali. Oggi che gli investimenti pubblici sono al lumicino si potrebbe detassare il privato che destini una quota simile per destinarla all'arte, alla sua conservazione e alla sua migliore fruizione. Il modo migliore di conservare il patrimonio artistico e culturale è renderlo fruibile, ma se vogliamo che ciò accada l'Italia ha bisogno degli Italiani.

Soprattutto di quei nuovi mecenati che, secondo l'auspicio di Cesare Brandi, potrebbero garantire con una piccola parte delle loro ricchezze l'apertura gratuita dei musei italiani a tutti coloro che parlano italiano e che, anzi, frequentando pinacoteche e gallerie d'arte potrebbero migliorarne la conoscenza.

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