Otis Clay, era l'ultimo re dell'«r'n'b» e del soul

È morto ieri a Chicago a 73 anni, di infarto, il cantante soul Otis Clay

Otis Clay, era l'ultimo re dell'«r'n'b» e del soul

"Ho cominciato con il Gospel, con la musica religiosa che mi ha dato l'ispirazione e la forza per andare avanti. Nelle chiese nere impari cos'è la vita e cos'è la trascendenza. Partendo da lì hai una visione completa della musica afroamericana". Così raccontava il suo stile Otis Clay, l'ultimo re del soul e del rhythm and blues scomparso ieri a Chicago, a 73 anni, per un attacco di cuore. Era uno degli ultimi grandi, uno di quelli che avevano una marcia in più nel cantare l'universo "nero" e nel calibrare suadenti melodie con tutti i generi di matrice popolare. Clay era nato in Mississippi, la culla del blues, l'11 febbraio 1942 ed era cresciuto nell'Indiana cantando in numerosi gruppi gospel come Voices of Hope e Christian Travelers. Nel 1957 si trasferì a Chicago, dove fermentava la nuova black music, ma lui rimase fedele al gospel lavorando con gruppi importanti come i Golden Jubilaires, i Famous Blue Jay Singers e i Pilgrim Harmonizers. Nel 1962 incise il suo primo album di soul, che non vide mai la luce, ma lui non si scoraggiò. "Ero innamorato della musica di grandi artisti come l'orchestra di Jay McShann o Otis Redding ma sapevo che il mio futuro sarebbe stato nella ballata soul". La sua insistenza lo premiò dal 1967 in poi, quando si impose nelle classifiche americane con successi quali That's How It Is (When You're In Love) e A Lasting Love.

Diventato popolare e famoso, mantenendo sempre la sua integrità artistica ("non bisogna mai cercare il successo, è lui che ti cerca se sai essere sincero", diceva sempre) passò a una major come la Atlantic e godette il suo periodo di maggior fama, personalizzando anche pezzi come She's About a Mover del Sir Douglas Quintet, che divenne un suo classico. Da allora ha girato il mondo in tournèe - dall'Italia al Giappone - e pochi mesi fa ha pubblicato il suo ultimo album This time For Real con Billy Price.

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