La più amara avventura del ragionier Ugo

La satira, amarissima, per non dire crudele, coglie spesso nel segno sotto la maschera da torte in faccia

La più amara avventura del ragionier Ugo

È il sesto capitolo dell'infinita saga, questo divertente Fantozzi va in pensione (in onda stasera alle 21.15 su Italia 1), scritto addirittura a dodici mani e diretto nel 1988 dal sottovalutato regista fiorentino e futuro cinepanettonista Neri Parenti. È una commedia colma d'umorismo nero, dove la satira, amarissima, per non dire crudele, coglie spesso nel segno sotto la maschera da torte in faccia. Dunque, il ragionier Fantozzi Ugo (Paolo Villaggio) lascia l'impiego all'Ufficio ricerche impiegati murati vivi per godersi finalmente la meritata pensione. A casa, improvvisamente senza più nulla da fare, è colto da una mostruosa disperazione e i suoi goffi tentativi di aiutare la moglie Pina (Milena Vukotic) si trasformano in puntuali disastri. Proprio come le massacranti gite a Venezia e Postumia organizzate dall'ex collega Silvio Filini (Gigi Reder). Inoltre i soliti noti lo scippano puntualmente ad ogni ventisette del mese delle sue sacrosante 827mila 500 lire. Alla buon'ora trova un posticino da contabile, senza nemmeno sospettare che lo stipendio gli giunge indirettamente dalla consorte, diventata sguattera in un night pur di vederlo felice.

Si ride spesso e volentieri alle spalle dell'impiegato più sfigato d'Italia, attorniato dalla collaudata schiera di superbi caratteristi (da Anna Mazzamauro a Giuseppe Anatrelli). E forse non tutti si accorgeranno che, per la prima volta nella lunga serie, la malinconia prende decisamente il sopravvento sulla voglia di scherzare.

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