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Il festival di Borgio Verezzi festeggia 50 anni . E ne valeva davvero la pena dato che di Gilberto Govi si erano da tempo perse le tracce. Dimenticandone non solo il fortunato revival televisivo degli anni '60 ma addirittura la statura di comico di razza. Che solo con un batter di ciglia e l'occhio ammiccante sgranato a immortalare le rare bellezze che gli restituiva la sua Genova tracciava la traiettoria della vita e incantava la platea. Con quel suo viso apparentemente pacioso mentre guizzava da un capo all'altro della scena l'erede moderno del Geppetto di Collodi che solo con uno schioccar di dita ricreava il mondo col sottile compiciamento di chi scioglie un inno alla vita. Per fortuna il teatro stabile di Genova si è ricordato di questo suo grande concittadino diventato simbolo del teatro italiano. Così anche se Govi non è più tra noi oggi il geniale Jurij Ferrini ne raccoglie l'eredità con spirito e intelligenza tramutando uno dei suoi più grandi successi I manezzi pe majàna figgia (I maneggi per maritare una figlia) in un esilarante pastiche, che ci fa capire la difficoltà che ha trattenuto il grande attore dall'esibirsi in tante altre città italiane.

Da Napoli alla Sicilia da Venezia fino a Genova quanti straordinari copioni potrebbero essere riportati in scena! Con tanti complimenti a Ferrini che oltre ad interpretarlo ne ha curato anche la regia. E a tutti gli altri valorosi interpreti che formano il nucleo di questa bella compagnia. E il pubblico? Basti dire che si ride fino alle lacrime. Successo strepitoso.

Festival di Borgio Verezzi.

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