La Scala decide di non decidere. Su Pereira è uno scaricabarile

Forse giovedì si capirà il destino del sovrintendente sotto accusa Da Pisapia al ministro Franceschini tutti se ne lavano le mani

La Scala decide di non decidere. Su Pereira è uno scaricabarile

Scala ancora nel caos. Il caso-Pereira, scoppiato l'ormai lontano 10 aprile, non è risolto. Il primo a darne notizia, che non commenta, è proprio Alexander Pereira: il manager al centro di polemiche per aver acquistato per la Scala 4 opere dal Festival di Salisburgo, l'ente di cui è sovrintendente uscente. Tutto rimandato a dopodomani, giovedì: quarto incontro del Cda sul tema. Ieri si dava per certa la soluzione alla faccenda, ovvero una plausibile conferma a fronte di un improbabile licenziamento del manager, invece nulla. Un attendismo imbarazzante per un Cda i cui membri, dopo un incontro fiume, infilano le uscite laterali del teatro per dribblare i giornalisti. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, presidente del Cda, conferisce solo dopo aver sentito il ministro della Cultura Dario Franceschini. Su cosa se il diritto di nomina del sovrintendente compete al Cda e non al Ministero? «Franceschini ha confermato che si impegna a restituire l'autonomia ai teatri», glissa Pisapia aggiungendo che la Scala ha raggiunto il pareggio di bilancio per il nono anno consecutivo.

Quanto al nodo della faccenda, «ho riferito all'assemblea l'esito del colloquio col presidente del Festival di Salisburgo e con il Ministro. Mi hanno chiesto un momento di riflessione. I consiglieri non avevano una visione complessiva, quindi era difficile prendere una decisione. Ma sono più che ottimista». In realtà l'esito dei colloqui con ministri e presidenti è chiaro a chiunque abbia letto la stampa di questi giorni. A ostacolare una decisione è forse la spaccatura in due fronti del Cda sebbene quello pro-Pereira costituisca la maggioranza. C'è poi da chiedersi se Pereira accetterebbe le eventuali condizioni di conferma: si parla di un organo che dovrebbe vigilarne l'operato, di un'ammenda, di una nomina da rinnovarsi con il nuovo Cda del dicembre 2014. Clausole all'italiana, nebulose come il contratto che in novembre lo ha nominato consulente senza diritto di firma ingenerando i ben noti problemi. Problemi innescati dall'acquisto pari a 660mila euro, lo 0,2% del bilancio annuale del teatro.

Domanda: quanto sta costando l'attendismo del Cda? I tempi per comporre le stagioni si accorciano, e i last minute in arte costano. Quali sono i danni per la Scala in termini di immagine? Tanto rumore per import indebiti, quando sta per andare in scena Elektra, spettacolo che sappiamo essere interessante poiché già visto a Aix en Provence benché sia stato fatto nei laboratori della Scala, quindi spedito in Francia ed ora rispedito alla Scala. Qual è il costo di questa tipologia di coproduzione? Classic Voice va in edicola oggi con l'esito di un referendum sul mandato di Stephane Lissner: promosso a pieni voti.

Bene, riceve il punteggio più alto proprio nei titoli coprodotti: con Berlino (Wagner), con Vienna e Amsterdam (Janacek), Lione e Vienna (Berg), Londra (Strauss). Il ruolo di Pereira risulta appetitoso soprattutto alla vigilia di Expo, c'è dunque chi soffierebbe sul fuoco, e non si escludono macchinazioni ministeriali.

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