Tutti i "segreti" (e polemiche) di Bridgerton

Liberamente ispirata alla saga letteraria di Julia Quinn, Bridgerton torna in streaming dal 25 marzo con gli episodi della seconda stagione. Tra duchi di colore e storie inclusive, ecco cosa c'è dietro il successo della serie tv

Tutti i "segreti" (e polemiche) di Bridgerton

Nessuno avrebbe mai immaginato un tale successo per la serie di Bridgerton. La prima stagione è stata seguita nel mondo (e dove il servizio di Netflix è attivo) da 82 milioni di utenti in appena 28 giorni dalla data in cui è stata aggiunta al catalogo. Numero uno tra le serie tv più viste in Italia, ad oggi si può affermare con tranquillità che Bridgerton è diventato un cult. Fenomeno di massa nel mondo dei social, ha il pregio di aver acceso l’interesse sulla cultura inglese di inizio ‘800 e di aver modernizzato il mito dell’aristocrazia, proponendo storie di vita "vera" e vissuta che rivolgono uno sguardo attento ai problemi di ieri.

Il successo è stata repentino. Tanto è vero che lo show è stato fin da subito confermato per una seconda stagione, su Netflix dal 25 marzo 2022, e all’orizzonte si intravede già un terzo, un quarto capitolo e persino uno spin-off (sulla vita della regina Carlotta). Prodotta dalla casa di Shonda Rhimes, madre di Grey’s Anatomy e del controverso Inventing Anna, la serie tv porta la firma di Chris Van Dusen che è stato capace di realizzare un dramma in costume pop, in odore da soap-opera, che strizza l’occhio ai moderni teen-drama. Cosa c’è da aspettarsi dalla seconda stagione di Bridgerton? Ancora intrighi di corte e di palazzo, e una storia d’amore da mille e una notte.

Bridgerton è un Gossip Girl ambientato nella Londra del 1800

Il titolo della serie fa riferimento a una nota famiglia del ton inglese composta da 4 figli maschi e 4 femmine. Lady Violet è la matriarca che "pilota" i fili dei Bridgerton dopo la morte del marito. Sono di spicco nella società londinese e sono ben voluti da tutti. La prima stagione si focalizza sulla storia di Daphne (Phoebe Dynevor) e del suo debutto in società. Folgorata dal fascino e dalla bellezza del Duca di Hastings (Regè-Jean Page), la giovane Daphne si trova invischiata in un audace gioco di seduzione in cui nulla sembra impossibile, neanche far breccia nel cuore del Duca e spingerlo al matrimonio. Attorno a loro si muovono tutta una serie di personaggi che aiutano a fotografare tutto il bello della società di Londra, con i suoi balli, le sue luci e i suoi colori. In parallelo, il ton inglese viene "tampinato" dalla misteriosa Lady Whistledown che, attraverso le pagine di un giornale, si diverte a spifferare tutti i segreti della nobiltà.

Prima della serie tv c’è la saga letteraria di Julia Quinn

Da come stanno messe le cose, Bridgerton avrà vita lunga. Molto lunga. La serie di Netflix, infatti, trae ispirazione dall’omonima serie di romanzi (tutti autoconclusivi) di Julia Quinn, autrice americana di fama mondiale. Conosciuta anche per altri romanzi storici, la saga della famiglia di Bridgerton è sicuramente il suo successo più grande. Il primo romanzo, dal titolo Il Duca e io, è stato pubblicato nel 2000. Nello stesso anno è uscito Il Visconte che mi amava a cui si è ispirato la seconda stagione. Ogni libro si focalizza su un membro della famiglia con storie di amori tormentati sotto il cielo di Londra. L’ultimo libro, che è stato pubblicato nel 2013, vede il ritorno di tutti i protagonisti per una lunga novella sui sentimenti in cui si sbircia cosa c’è dopo il "lieto fine". In Italia tutti i romanzi sono stati pubblicati per Mondadori, prima nella collana "i Romanzi oro", poi sono stati sottoposti a una riedizione in vista della serie di Netflix.

Cos’è il regency?

Molto spesso viene accostato a un genere letterario in cui si raccontano storie d’amore e di rivalsa della nobiltà inglese. Il pochi sono a conoscenza che il regency è anche un periodo storico, chiamato Età della Reggenza, che abbraccia un decennio di grandi cambiamenti sociali, politici e culturali che hanno investito Londra ma anche il resto dell’Europa. Si ipotizza che la regency era abbia avuto inizio nel 1811 e si sia protratta fino al 1821, e copre il periodo in cui Giorgio Augusto Federico, il Principe del Galles, viene riconosciuto inabile al trono e i Lord Commissari siglarono un atto di reggenza. E’ durante quel breve periodo che l’impero britannico viene segnato dalle guerre napoleoniche, ma viene investito da una ventata di enormi cambiamenti dovuti anche agli interscambi con il resto del continente al di là del Canale della Manica. Proprio in questo decennio nasce il "dandismo", fenomeno in cui si ostentava mostrare vestiti pomposi e estrosi a feste e balli nelle ville dei duca e dei lord. Un fenomeno che non ha interessato solo le donne ma anche gli uomini. Da qui spunta l’accezione di "dandy".

Bridgerton che segue la moda del politicamente corretto

La serie non è un vero e proprio drama storico né tantomeno è un regency puro. Prende le distanze dalle atmosfere del libro e da quelli che erano i veri canoni dell’epoca. Ed è tutta colpa del politicamente corretto. In Bridgerton, infatti, si delinea una società molto inclusiva in cui ci sono duca di colore, Regine che hanno origini indonesiane, e c’è una forte accezione alla componente LGBTQ. Un mondo idilliaco, dato che nel 1800 non si poteva immaginare una realtà così coesa né tantomeno così variegata. Ad esempio, ostentare la propria omosessualità era ancora un crimine e lo sarebbe stato fino agli anni ’70 del secolo scorso.

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Un Duca di colore che potrebbe diventare il nuovo James Bond

Ed è proprio grazie al Duca di Hastings che la serie è stata molto gradita dal pubblico femminile. L’attore britannico ma originario dello Zimbawe, grazie al ruolo del nobile tormentato, è riuscito a imporsi come un vero e proprio sex symbol. Richiestissimo dai marchi di moda, il suo nome è spuntato nella lista dei nuovi James Bond. Regè-Jean Page, infatti, potrebbe essere la prossima spia al servizio di sua Maestà nel film dedicato a 007. Per il momento, non dovrebbe apparire nei nuovi episodi della serie tv.

Una seconda stagione girata in Inghilterra durante il secondo lockdown

Non è stato facile portare a compimento i nuovi episodi di Bridgerton. Lo show è entrato in produzione nei mesi più accesi della pandemia da Covid-19 e ha subito diverse battute d’arresto. Prima, a causa delle misure imposte dal governo il set è stato chiuso per oltre due mesi, poi la variante Omicron che ha invaso l’Inghilterra come un tornado ha creato diversi grattacapi alla crew e agli attori. Non è confermato, ma alcuni magazine inglesi hanno affermato che durante le riprese pare che sia scoppiato un vero e proprio focolaio sul set. Proprio per questo motivo le riprese sono state messe in pausa. Ufficialmente sono terminate a dicembre del 2021.

Anthony è il visconte che ama… gli uomini

Il protagonista della seconda stagione sarà Anthony, il fratello più grande di Daphne. Il Visconte si troverà in un audace triangolo amoroso. Nella vita di tutti giorni, il bel Jonathan Bailey non è poi così tanto avvezzo alla compagnia femminile.

L’attore è gay dichiarato e si sta battendo contro quella "mascolinità" tossica che ha investito anche il settore delle serie tv. Di recente è approdato a teatro, in un dramma LGBT dal titolo "Cock" che a Londra ha già fatto scalpore.

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