Storie vere e letteratura. Ecco le serie in arrivo

Le nuove fiction italiane di Netflix. Adattamenti da Mencarelli e Ferrante ma anche un soggetto sulle "brigantesse" del Risorgimento

Storie vere e letteratura. Ecco le serie in arrivo

«Aitanti ragazzotti in canottiera, e trecce d'aglio appese ai balconi». E con imprevisto guizzo ironico Eleonora Andreatta (detta Tinni) depone l'abituale, asettico linguaggio tecnico per descrivere in sintesi la fiction italiana così come se l'immaginano - e si suppone che l'amino - pubblici e produttori stranieri. «È mai possibile che ancora pensino a noi secondo questi stereotipi? inarca il sopracciglio la vice presidente delle Serie Originali Italiane Netflix Per favore: i luoghi comuni lasciamoli agli stranieri. Noi dobbiamo raccontare l'altra faccia dell'Italia: quella vera, quella d'oggi, quella ricca di storie diverse, moderne, stimolanti».

Impossibile non ripensare a quanto perse la Rai un anno fa, quando Netflix le «scippò» a sorpresa una delle sue pedine più importanti. In poco tempo l'amabile quanto inflessibile signora, nelle sue vesti di direttrice di Rai Fiction, era riuscita in ciò che allora appariva impossibile: svecchiare le serie della tv pubblica da schemi obsoleti con prodotti quasi trasgressivi, e perfino urticanti, per i suoi standard abitualmente sedativi, come La Porta Rossa, Rocco Schiavone, DOC. Ma ora che alle dipendenze del colosso statunitense della distribuzione online non ha più vincoli istituzionali , da Tinni ci si aspetta ancora di più. Molto di più. Far sì che la produzione in lingua italiana, finora guardata con distratta sufficienza dai pubblici internazionali (a meno che non sfoggiasse, appunto, «ragazzotti in canottiera e trecce d'aglio»), si conquisti un suo spazio, una sua credibilità.

«Netflix crede e punta molto su di noi. E noi risponderemo con storie che parlano di italiani agli italiani; ma anche a tutto il resto del mondo. Racconteremo cioè il nostro Paese di oggi, nelle luci e nelle ombre, metà giardino e metà galera, come cantava De Gregori, toccando temi non ancora trattati, perché nuovi, oppure rimossi. L'Italia è più complessa e anche più ruvida di quanto si crede. E in questo modo, nonostante la differenza di lingua finora l'ostacolo principale ad una nostra diffusione paritaria con le produzioni straniere- speriamo di far arrivare la nostra ricchezza e varietà a 190 paesi nel mondo». Il cavallo di Troia dell'ambiziosa operazione potrebbero essere «le storie vere e gli adattamenti letterari». Qualche titolo. Innanzitutto La vita bugiarda degli adulti, dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante, con Valeria Golino nel ruolo di zia Vittoria, una giovane esordiente ancora top secret come protagonista, e la regia Edoardo De Angelis («dallo stile volutamente diverso da quello di Saverio Costanzo, che diresse L'amica geniale») per un set al via da ottobre a Napoli. «Spesso sono i soggetti stessi a stimolare attori anche affermati, ma desiderosi di cambiamento, verso parti meno sperimentate di sé racconta la Andreatta - È quel che sta succedendo alla Golino alle prese col personaggio ambiguo e articolato della zia». Fortemente attuale il tema di Tutto chiede salvezza, il romanzo di Daniele Mencarelli vincitore del Premio Strega Giovani 2020: «È il ritratto della fragilità, ma anche della forza, dei nostri giovani, attraverso il dramma di un ragazzo sottoposto alla sconvolgente esperienza del Trattamento Sanitario Obbligatorio».

L'antieroe come «complessità morale, imperfezione e inadeguatezza, tanto al maschile quanto al femminile» sarà invece al centro di Nemesis: una serie thriller che «della descrizione dell'antieroe vuole evitare proprio i cliché e le tipologie imposte dai prodotti esteri. Anche in questo genere, insomma, vogliamo trovare una nostra strada». E a proposito di generi virati in chiave innovativa, un'altra storia autentica sarà quella di Lidia Poet (titolo provvisorio, interprete Matilda De Angelis): un «light crime» sulla vicenda della prima avvocatessa italiana ostacolata dalla legge proprio perché donna. «Vicenda di una professionista che vive nel suo tempo: ma con una sensibilità che la rende simile alle ragazze di oggi». Realmente avvenuto, eppure moderno nonostante l'ambientazione ottocentesca, sarà anche il soggetto di Briganti: «Ispirato a figure storiche quanto insolite: le brigantesse Filomena, Michelina e Ciccilla, che agirono nell'Italia post-unitaria».

Ora che, non più imbrigliata dalle remore della tv pubblica, la Andreatta è libera di fare ciò che vuole, si sente più sollevata o più oppressa dalle nuove responsabilità? «Diciamo che a Netflix posso fare in modo più strutturale ciò che già facevo in Rai. Alla Rai devo molto di ciò che ho imparato finora.

Mi ha permesso di aderire meglio a quel che è oggi il mio obbiettivo: portare l'Italia al mondo. E venendo in Netlix ho trovato una squadra straordinaria e con un grande senso di responsabilità, soprattutto se si pensa che lenostre idee potrebbero arrivare domani a milioni di persone».

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