Lui è già in Lituania, se n'è volato via dall'incredibile successo che l'ha travolto al Festival, è andato a Vilnius dove domani dirigerà la Lituanian Chamber Orchestra e il magico violino di Sergey Krilov. È arrivato a Sanremo in sordina, accompagnato dal suo primo disco The 12th Room e penalizzato dalla terribile malattia degenerativa che per capirci tutti chiamiamo Sla. È arrivato sul palco semisconosciuto (tempi duri ai nostri giorni per un compositore classico che scrive anche colonne sonore come quella di Io non ho paura di Salvatores) e ne è sceso un eroe. Ezio Bosso (che è stato anche il bassista degli Statuto) ha portato il vento della commozione nel tempio dell'effimero e del pop e ne ha raccolto i frutti...
Gli è bastato eseguire al pianoforte Following a Bird, uno dei viaggi nelle sue «stanze» (ce n'è uno dedicato a Emily Dickinson) per trascinare il pubblico alla standing ovation. In 13 minuti la sua vita è cambiata. Ha preso tutti di sorpresa: la gente in sala, quelli davanti al piccolo schermo, persino la critica e le redazioni dei giornali che non avevano neppure le sue foto. Sto ricevendo tantissimi messaggi e vorrei rispondere a tutti - commenta Bosso -; non c'è un posto dove la musica non possa andare. Sul palco con me c'erano il mio pianoforte, uno Steinway, e il mio sgabello che chiamo 12, come le stanze del mio album», gli stessi oggetti con cui partirà in tour nei teatri dall'8 aprile. È stata una superba operazione che ha unito cuore e marketing, dove il dolore non è esibito ma lascia ugualmente un segno indelebile.
Bosso è (stra)piaciuto e ha persino trascinato gli ascolti del Festival... Come un navigato pifferaio di Hamelin ha attirato il pubblico davanti alla tv; è partito alle 22.40 con 11 milioni 600mila spettartori e il 45% di share e ha concluso trionfalmente con 13 milioni di spettatori e un aumento di 10 punti di share. Non credeva ai suoi occhi il boss di Raiuno Sergio Leone che ha esultato: «È importante perché è un grandissimo personaggio e ha dimostrato di essere un gigante in tutti i sensi».Ora i media se lo contenderanno a colpi di assegni milionari... Come abbandonare uno il cui (doppio) disco di solo piano è schizzato in testa alla classifica di iTunes? Come mollare uno i cui «mi piace» sulla sua pagina facebook sono passati in poche ore da 5mila a 150mila e continuano a salire a ritmo vertiginoso? Come non pensare in futuro ad un personaggio il cui hashtag #eziobosso è rimasto per otto ore trend topic su twitter? Lui per ora rimane nel suo mondo, e proprio oggi debutta alla Royal Opera House di Londra il nuovo spettacolo del Royal Ballet, Within the Golden Hour, con le sue musiche.Anche le sue parole non sono quelle della classica popstar.
Sul palco dell'Ariston l'artista ha detto: «La musica è una fortuna e come diceva il grande maestro Claudio Abbado, è la nostra vera terapia. Noi uomini tendiamo a dare per scontate le cose belle. Questi brani rappresentano un percorso meta-narrativo. La vita è fatta di dodici stanze: nell'ultima, che non è l'ultima, perché è quella in cui si cambia, ricordiamo la prima. Quando nasciamo non la possiamo ricordare, ma lì ricordiamo, e siamo pronti a ricominciare e quindi siamo liberi». E prima di andarsene, con il pubblico in delirio, ha salutato così: «La musica è come la vita, si può fare in un solo modo, insieme». Tra le sue composizioni, ha scelto Following a Bird perché «mi fa riflettere sul fatto di perdersi per imparare a seguire, perdere i pregiudizi, le paure; perdere il dolore ci avvicina». Carlo Conti lo ha così congedato: «Non solo hai suonato a Sanremo, ma hai anche ottenuto una standing ovation, come professionista e come uomo». Non sappiamo quanto abbia contato il lato emotivo, ma indubbiamente l'esibizione di Ezio Bosso ha «toccato» le corde più profonde nell'animo dei telespettatori. Molti, anche ion teatro, hanno pianto. Difficile a questo punto stabilire quanto abbia inciso il valore dell'artista e quanto l'emozione; c'è tutto il tempo per capire quanto vale l'arte di un musicista dalla carriera irreprensibile che continua a scrivere opere sinfoniche e da camera, musica per la danza e persino contemporanea e ha diretto la London Symphony Orchestra e l'Orchestra dell'Accademia della Scala.Per par condicio, Bosso è stato attaccato dal sito satirico Spinoza.
it che ha scritto: «È davvero commovente vedere come anche una persona con una grave disabilità possa avere una pettinatura da coglione». Lui ha prontamente risposto: «perché cerco di pettinarmi da solo», e il sito ha ribattuto: Era il nostro idolo prima, ora ha vinto tutto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.