Una Turchia moderna e pacifica solo per fiction

Ferruccio Gattuso

C'è una Turchia che ha poco, se non nulla, a che fare col baffo autoritario di Recep Tayyip Erdogan. Parla di giovani di bell'aspetto, vestiti alla moda, affamati di vita, che si incontrano casualmente in spiaggia e guardano i fuochi d'artificio in cielo. Che fuggono da padri autoritari o violenti, e che possono scegliersi e innamorarsi a prescindere dai diktat famigliari. È questa la cornice di Happiness, la nuova serie tv turca in onda (da lunedì al venerdì, ore 14.10) in esclusiva su FoxLife (canale 114 Sky). Su Canale 5 un'altra serie turca, Cherry Season La stagione del cuore in daytime racconta di una bella studentessa di fashion design, Öykü (Özge Gürel), desiderosa di fare successo nella moda e innamorata sin dall'infanzia, seppur non corrisposta, di un amico al quale non riesce a rivelare i propri sentimenti. Anche in questo caso, amore e ricchezza si sfidano alla ricerca del vero senso della felicità, in una Turchia moderna, che guarda all'Occidente e che profuma di libertà. La protagonista di Happiness, la bella Kumsal (interpretata da Ezgi Eyübolu), racconta di avere sua madre come modello, solo che non si tratta del modello cui pensa il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo: non amata dal marito, ha divorziato e s'è rifatta una vita. L'universo delle serie televisive turche è in piena espansione, produce settanta nuovi titoli ogni anno e, a quanto pare, dopo aver conquistato il Medio Oriente e il mondo arabo volge lo sguardo ad ovest, verso di noi. Già oggi una settantina di paesi nel mondo guardano serie tv provenienti dal paese del Bosforo ma il dato sensazionale è che recenti ricerche della Fondazione turca per gli studi economici e sociali dicono che le serie tv turche, tradotte in arabo, sono un fenomeno di culto in tutto il Medio oriente: il 74% della popolazione in sedici paesi diversi guarda almeno una serie turca.

In alcuni paesi arabi le autorità religiose hanno vietato la visione di queste serie «sovversive e immorali» perché in si racconta di rapporti pre-matrimoniali e adulteri. L'elenco si arricchisce sempre di nuovi titoli: portando alla Turchia, solo nell'export, la bellezza di 150 milioni di dollari all'anno. Forse, però, questo a Erdogan piacerà.

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