Le Vibrazioni ritornano Sarcina: "Il rock per uscire dalle follie"

La band pubblica "VI" con cinque brani inediti: "Poi suoneremo ovunque sarà possibile"

Le Vibrazioni ritornano Sarcina: "Il rock per uscire dalle follie"

Poi basta una sola frase: «Adesso, quando alla sera giro per locali e vedo certe cose, mi dico: Ma stavo messo così male anche io?». E sorride. Francesco Sarcina parla del nuovo Ep delle Vibrazioni che si intitola VI visto che contiene il brano di Sanremo (Tantissimo) e altri cinque suonati come si deve da una band che ha un chitarrista ruvido e puntuale (Stefano Verderi), un bassista frenetico (Marco Garrincha Castellani), un batterista potente (Alessandro Deidda) e un cantante che è l'ultimo dei Mohicani nello stile da rockstar: Francesco Sarcina, 45 anni vissuti superando uno dopo l'altro quasi tutti i confini. E si sente come utilizza la sua voce oggi, molto più colorata e sofferta quasi 20 anni dopo l'«immensamente Giulia» del celebre Dedicato a te che li ha lanciati.

Le Vibrazioni sono sempre state un caso a parte: rock ma anche pop, cantautori ma carichi di watt. E poi sinceri, mica poco: «Noi andiamo controcorrente» spiega Sarcina senza esagerare. «Oggi i dischi vengono buttati sulle piattaforme senza logica, così noi ci siamo detti: pubblichiamo un po' di brani per volta. Adesso cinque, poi altri cinque, poi cinque ancora». Una sorta di ritorno agli anni Sessanta quando usciva una canzone per volta: «Durante la pandemia ne abbiamo scritte cinquanta ma poi ci siamo detti: dobbiamo davvero seguire le dinamiche commerciali? Perciò non lo abbiamo pubblicato per vendere ma per fotografare come siamo oggi».

E come siete? «Beh, Rosa Intenso è un inno alla femminilità, Raccontami di te spiega il bisogno di conoscere gli altri in un'epoca nella quale tutti parlano solo di sé. Anche tanti miei colleghi, sono troppo egoriferiti. E poi ci sono Tantissimo, Ridere ancora e Ancora mia, che è dedicata alla Nayra che a dicembre mi ha fatto diventare papà di Yelaiah. Lei era una pilota di aerei civili che, bloccata a causa del maschilismo nel suo ambiente, ha scoperto che avrebbe potuto fare anche la modella».

Sono loro, Nayra e Yelaiah, il nuovo capitolo nella vita di Francesco Sarcina, nato a Milano nel 1976, e passato attraverso tutte le tappe istituzionali del rockettaro di una volta: vizi, cadute, esagerazioni. Le ha raccontate nel suo libro Nel mezzo pubblicato da Sperling & Kupfer: «Nell'Ep c'è il brano La vita oscena, che non è soltanto lo stesso titolo di un bel libro di Aldo Nove, ma è anche il riassunto del mio libro in tre minuti». Cioè? «Racconta di quanto sia pesante ritrovarsi con segni e sogni sulla schiena». Anche se dice che «la mia vita è stata profondamente oscena», Francesco Sarcina ha avuto un periodo più complicato degli altri nel quale «sono stato giudicato come un puttaniere». Dipendenza dal sesso. Totale. «Non mi sono mai tirato indietro. Certe volte anche 3 o 4 donne al giorno. Nei club, fuori dai club, nei cessi, ovunque». E poi la droga: «Eroina, cocaina, Lsd. Diciamo che il filo conduttore erano l'alcol e la cocaina. Quando ho perso completamente il senso della ragione, sono diventato cattivo, avevo un machete e lo tenevo nell'auto...».

Francesco Sarcina si era sposato con Clizia Incorvaia, mamma di Nina, matrimonio poi finito tra le polemiche per un presunto tradimento con Riccardo Scamarcio. «Io non ero la sua persona e lei non era la mia, oggi cerco di avere un rapporto equilibrato con lei per nostra figlia, anche se è difficile perché ha spesso atteggiamenti classisti o razzisti. Diciamo che, se non fosse per Nina, io non la frequenterei proprio». Però Sarcina non è solo «roba da gossip», è pure uno dei pochi frontman italiani in una band di successo.

Non a caso è nel cast di The Band che parte stasera su Raiuno con Carlo Conti alla conduzione: «Con Rocco Tanica e Giusy Ferreri, che è come mia sorella, mi sono divertito perché eravamo nel mio mondo, quello dei gruppi musicali».

Poi però ci sono pure i concerti. «Anzi soprattutto i concerti» come precisa lui, che parla con una velocità che neanche Enrico Mentana. «Il Primo Maggio suoneremo al Concertone di Roma, poi andremo ovunque. C'è un matrimonio? Se ci chiamano, suoniamo anche lì. E, dopo il concerto al Fabrique del primo ottobre, suoneremo in giro per i club italiani.

Dovunque sia possibile. Dopotutto ho tre figli e devo pagare i conti», spiega ridendo e sapendo di mentire perché lui, Francesco Sarcina delle Vibrazioni, sul palco ci salirebbe anche gratis. Si chiama passione e non ha cura né cachet.

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