Come confessò lui stesso, per Edward O. Wilson la superficie della Terra era «una rete di colonie di formiche». È sempre questione di punti di vista, e il suo era quello del mirmecologo, ovvero lo studioso di formiche: questi insetti erano la sua passione, insieme, più in generale, alla biologia - della quale è stato un innovatore, seppur controverso - e al nostro pianeta - del quale è stato uno strenuo difensore, in nome della «biodiversità». È morto a 92 anni a Burlington, in Massachusetts, il giorno di Santo Stefano, Edward Osborne Wilson, uno dei miti della biologia contemporanea, professore a Harvard per 46 anni: infatti, mentre attraversava a falcate da gigante, mosso da una «enorme ambizione» (parole sue), la scienza che amava fin da quando era bambino nella sua Birmingham, in Alabama (dove era nato il 10 giugno del 1929), diventando una fonte di ispirazione per moltissimi colleghi, Wilson era riuscito anche a coinvolgere il pubblico, vincendo due premi Pulitzer per la saggistica e scrivendo bestseller in difesa dell'ambiente (come Metà della Terra. Salvare il futuro della vita, Codice, 2016).
Il primo Pulitzer era arrivato nel 1979 per il saggio Sulla natura umana (pubblicato in Italia da Zanichelli) in cui dava il via alla «sociobiologia», ovvero, sulla scia di Darwin, la convinzione che il comportamento animale - e umano - si possa spiegare in base alla teoria dell'evoluzione. L'idea aveva suscitato entusiasmi e controversie allo stesso tempo, come, molti anni dopo, la pubblicazione di Le origini profonde delle società umane (Cortina, 2020). Ma, per quanto abbia dato il via a una disciplina tutta nuova, questo era «solo» un filone degli studi di Wilson: la sua passione erano le formiche. E The Ants è il lavoro colossale con cui, nel 1990, vinse il secondo Pulitzer: un'opera frutto di anni di lavoro e viaggi per il mondo con Bert Hölldobler, poi ripresentata in versione «adatta al pubblico» in Formiche. Storia di un'esplorazione scientifica (Adelphi, 1997 e 2020). È il testo in cui, come poi esplicitato in Il superorganismo (Adelphi, 2011), studia le colonie di formiche in quanto «organismi predominanti sulla terraferma», secondi (forse...) solo all'uomo. I cui comportamenti si possono comprendere, anche, studiando proprio le formiche.
Aveva iniziato a osservarle da bambino, dopo il divorzio dei suoi genitori, trovando rifugio nel loro piccolo mondo rassicurante e Wilson non ha mai abbandonato le sue formiche: ha continuato a occuparsi di loro in centinaia di articoli e in molti libri, fra cui i più recenti sono Le formiche tagliafoglie (Adelphi, 2020) e Storie dal mondo delle formiche (Cortina, 2021). Storie che riguardano anche noi, e il mondo intero, di piante e animali, che tanto amava.
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