Dalla Spezia Salme «migranti» per l’autopsia

Prima di tutto, gli scongiuri. Corna e bicorna. Punto. Poi entriamo nel merito: «Morto che cammina» si dice negli Stati Uniti d’America a proposito del condannato alla pena capitale. Ma «Morto che cammina» si dice da qualche tempo anche alla Spezia, a proposito dei trasferimenti di salme sottoposte ad autopsia che avvengono con frequenza quasi quotidiana dall’ospedale Sant’Andrea del capoluogo alla sala autoptica del nosocomio di Sestri Levante. Un viaggio obbligatorio nell’al di qua, poiché il Sant’Andrea è da tempo impossibilitato a procedere all’esame del corpo del defunto per inadeguatezza delle strutture: come ricorda il consigliere regionale del Popolo della libertà, Luigi Morgillo, che ha sollevato il caso con un’interpellanza, «le condizioni della sala dedicata dell’ospedale spezzino, da tempo bisognosa di interventi, non sono più rispondenti alle norme di legge e, quindi, non ne consentono l’operatività».

Operatività che non può essere garantita nemmeno nell’altro sito individuato a suo tempo, nel cimitero dei Boschetti, di competenza comunale, «che non rispetta - ricorda sempre Morgillo - i requisiti previsti dalla legge 20 del 1999 per l'autorizzazione sanitaria». La conseguenza è che le autopsie «spezzine» (...)

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