Marc Marquez. Ancora lui. Nove anni dopo il grande sberleffo a Valentino Rossi, il campione spagnolo si ritrova nel ruolo che è già stato suo, quello di arbitro della sfida per il titolo mondiale della MotoGP tra un italiano e uno spagnolo. Che poi arbitro non è termine improprio perché Marquez non è propriamente lì a controllare che Francesco Bagnaia e Jorge Martin rispettino le regole, ma è in gara per ottenere il miglior risultato possibile e - al pari degli altri piloti in pista - può involontariamente condizionare la classifica dei due sfidanti.
«Involontariamente» in questo caso è la parola chiave, perché se ancora oggi tanto si parla del 2015, così che persino Carmelo Ezpeleta, Mr. MotoGP, ha invitato a mettere la parola fine sulla triste vicenda, è perché Rossi e molti altri sono e resteranno convinti che Marc abbia fatto la sua parte per condizionare l'esito di quel campionato, impegnandosi perché fosse Lorenzo a vincerlo e non Rossi. A cominciare proprio dal GP Australia che si corre domenica. Sulla pista di Phillip Island lo spagnolo nella fatidica domenica di nove anni fa era veloce come il vento, ma corse ad elastico con il risultato di lanciare avanti Lorenzo e inguaiare Rossi, prima di andare a prendere e superare il suo connazionale in vista del traguardo e portare a casa la vittoria. Proprio quel suo procedere ad elastico, chiudendo il gas quando aveva dietro Valentino, scatenò quanto avvenuto dopo e il mal di stomaco di Rossi, contro il quale non c'è maalox che faccia effetto.
Oggi la situazione è molto diversa, perché tutti e tre i piloti sono su Ducati, e perché Marquez non ha conti da regolare né con Bagnaia né con Martin pur non potendosi dire amico dell'uno piuttosto che dell'altro. Ha avuto qualche battibecco con entrambi ma mantiene con loro un rapporto tutto sommato cordiale, come con il resto della truppa. Non è un segreto che gli avversari ne riconoscano il grandissimo talento ma non lo amino per via di quel suo fare garibaldino nel testa a testa e per la totale assenza di senso di colpa in caso di patatrac
Non è da escludere che tanto Bagnaia quanto Martin in cuor loro si siano chiesti quale ruolo giocherà Marquez in queste ultime gare che porteranno alla assegnazione del titolo, perché comunque vada il suo rendimento potrà incidere sulla loro classifica. Allo stesso modo l'esito del campionato avrà ripercussioni sul futuro dei Marc, perché il successo di Martin farebbe del suo giovane connazionale il personaggio del momento in una Spagna dove i motori hanno grande seguito, tanto più che fino ad oggi nessun pilota di team satellite, ovvero non diretta emissione della Casa costruttrice, è riuscito nell'impresa. Il terzo titolo consecutivo di Bagnaia, invece, metterebbe il campione in carica nella posizione di leader della squadra Ducati Factory alla quale Marquez approderà il prossimo anno. Dovendo forzatamente vedersela con lui nel 2025, farebbe comodo non trovarlo in una posizione di forza.
E poi non manca il richiamo allo scontro che fu e all'astio che perdura: Pecco è pilota della scuderia VR46 e la sua sconfitta sarebbe in qualche modo anche la sconfitta di Rossi.Qualche calcolo in merito Marquez lo farà sicuramente, anche se non lo ammetterà mai. Come è stato per quanto accadde nove anni fa.
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