Buffon che rinnova e ci mette le mozioni del cuore, Agnelli che ricorda e gli regala un personale pallone d'oro, Lisandro Lopez che continua ad essere sulla bocca e nei pensieri Juve: di tutto un po' del mercoledì del villaggio juventino. Andrea Agnelli ha ufficializzato il rinnovo del portierone per due anni. Atmosfera di festa, tutt'altra storia rispetto ai musi lunghi dei giorni di Del Piero, il santone scaricato tra sorrisi e mezze frasi. Forse i personaggi, forse il diverso feeling, ma qui c'era l'atmosfera di famiglia unita, di tutti insieme appassionatamente. Ed anche le parole di Agnelli che hanno fatto un gran bene al portierone. «Personalità, onestà, lealtà, trasparenza»: ha detto in sintesi nel descrivere Buffon. Che ha risposto a stretto giro di microfono: «L'emozione che ho provato è un qualcosa che terrò sicuramente nel cuore per tutta la vita. Nel calcio c'è poco spazio per parole al miele o realmente sentite, ma anche il tono di voce con il quale il presidente ha fatto il suo discorso penso fosse molto eloquente e, al di là dei concetti che sono altrettanto importanti, la mia gratificazione è totale».
«Farà parte - ha aggiunto Agnelli - del gotha dei grandissimi. Sarà lui a decidere, come ha sempre detto onestamente, se anche in futuro ci saranno le motivazioni giuste. Ma la Juve è comunque casa sua».
Casa, dolce casa, anche se Buffon è un tipo intelligente e non vuol farsi scaricare. Aveva pensato a un solo anno di contratto. «Credo - ha spiegato - che un giocatore con la carriera come la mia alle spalle, un presente e, mi auguro, un futuro, sia giusto che giochi finchè è in condizione di esprimersi ai propri livelli. Proporre il rinnovo di un anno mi sembrava un discorso coerente nei confronti della società, poi abbiamo trovato questa soluzione biennale».
Tutti contenti e Agnelli con un desiderio in più, l'omaggio che vorrebbe per Buffon: il pallone d'oro. «Una sola volta, nella storia del pallone d'oro, ha vinto un portiere, Yashin, e 17 volte lo hanno vinto italiani. Però da cinque anni i nostri colori non compaiono più. Sarebbe un giusto riconoscimento non solo per la Juventus e per il calcio italiano, ma per il calcio in generale per i valori etici e sportivi che Gigi rappresenta».
Invece Buffon pensa ancora al gioco di squadra. E dunque... «Ho vinto tanto, ma vorrei vincere tutto quello che non ho vinto, quindi spero di alzare i trofei che non ho ancora alzato, come la Champions League». L'occhio Juve, non solo quello del portiere, si fa languido. Anche quello dell'Agnellino presidente. L'occasione è ghiotta, la Juve ha avuto un segnale dalla buona sorte: il Celtic è un avversario rude, ma c'è di peggio, molto peggio, in Europa.
Certo, ci vorrebbe un bel cannoniere. Drogba l'ideale. Ma le voci si fanno sempre più insistenti su Lisandro Lopez, il centravanti argentino del Lione messo in soffitta dai francesi: 49 gol in quattro anni al Porto, 56 in tre stagioni al Lione. Dovrebbe arrivare in prestito con diritto di riscatto. Non proprio un fenomeno, ma conosce l'arte del goleador. Peccato che non serva per la Champions, essendo inutilizzabile. Stravaganze delle scelte bianconere. Ci sarebbe voluto un parere dell'Avvocato, che domani verrà ricordato a 10 anni dalla scomparsa. Agnellino ci ha pensato ieri con una battuta.
«Penso all'Avvocato, ma penso anche a mio padre, a Edoardo e Giovanni: penso e spero che siano fieri e orgogliosi anche di John e di tutti gli altri e che siano lassù a divertirsi pensando di aver lasciato tutto in mani capaci, in modo tale che la storia si rinnovi ancora una volta». La storia si rinnoverà, ma l'Avvocato avrebbe bocciato Lisandro. Aveva occhio fino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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