L'oro della rivincita ha un sapore speciale. Le campionesse d'Europa dell'Italvolley femminile sono tornate a casa come nuove protagoniste di un'estate azzurra senza fine. Sgretolata finalmente la Serbia dopo la delusione olimpica, la scottatura in semifinale all'Europeo 2019 e in finale al Mondiale dell'anno prima. La serba Tijana Boskovic murata a ripetizione da Anna Danesi è una delle simboliche cartoline che questo titolo continentale si porta via. La centrale venticinquenne, in forza alla Pro Victoria Monza, si è riscoperta elemento centrale di un'orchestra in grado di suonarle a tutte le avversarie di turno sotto la guida del maestro Davide Mazzanti.
Danesi, avete realizzato questo meritato trionfo?
«A dire il vero, proprio no. Ci vorrà un po' di tempo, me ne accorgo solo quando vedo le foto o quando accarezzo questa medaglia luccicante. Io poi sono partita come panchinara, ero la riserva di Sarah Fahr e invece ho dimostrato che posso far parte delle titolari anche ad alto livello».
Cosa c'era di diverso rispetto al flop olimpico di Tokyo?
«Abbiamo pensato soprattutto a divertirci, fatto che a Tokyo era stato spazzato via dalla tensione. Siamo cresciute partita dopo partita, a pensarci bene siamo ancora un gruppo molto giovane e il futuro è dalla nostra parte. Adesso bisogna lavorare perché un'esperienza come quella giapponese non accada più».
Stavolta il ct Mazzanti è riuscito a farvi mettere da parte i social?
«Non entro nel merito di una vecchia polemica. Davide ci ha fatto lavorare duramente sul campo. Ci siamo unite, abbiamo parlato durante gli allenamenti e la forza del gruppo è venuta fuori. Mai come stavolta non c'era una vera e propria leader. Sylla ed Egonu sono venute fuori con il contributo di tutte: è stata una vittoria di squadra in tutti i sensi».
C'è stato un momento in cui avete temuto l'ennesima beffa contro la Serbia?
«Siamo partite con il freno a mano tirato e il primo set ci è sfuggito per un soffio. Poi abbiamo sfoderato la nostra convinzione davanti a ventimila tifosi serbi. Venivamo da partite senza pubblico sia in Italia sia ai Giochi. All'inizio è stato complicato, poi ci siamo concentrate solo sull'operazione da portare a termine».
Aveva sognato un successo di questo genere?
«Non ero pronta psicologicamente. Il ct aveva detto espressamente di voler puntare su Chirichella e Fahr nel mio ruolo, poi dopo l'infortunio di Sarah ho dovuto fare uno switch repentino. Da riserva sono riuscita a vincere da titolare. Ricorderò con orgoglio la semifinale contro l'Olanda: non giocavo così bene in Nazionale da almeno due anni».
Invece per il gruppo qual è stata la partita chiave?
«Senza dubbio quella contro il Belgio agli ottavi. Siamo state perfette, da lì in poi si è messa in discesa e le nostre prestazioni sono migliorate. Siamo arrivate a Belgrado in uno stato di grazia».
Adesso il
mirino si sposta sul Mondiale del 2022?«Siamo già qualificate e così a dicembre non avremo l'incombenza del pass da conquistare. Abbiamo vissuto un'estate pesante, adesso possiamo finalmente goderci il successo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.