Ancelotti: "I milanisti mi chiedono 'batti i Reds'"

Chi coltivasse ancora qualche dubbio sulla statura di Carlo Ancelotti ha la facoltà di rileggere le frasi-simbolo della sua conferenza per la finale di Champions

Ancelotti: "I milanisti mi chiedono 'batti i Reds'"

Chi coltivasse ancora qualche dubbio sulla statura di Carlo Ancelotti ha la facoltà di rileggere le frasi-simbolo della sua conferenza per la finale di Champions con il Liverpool di sabato sera così da convincersene e dedicargli un abbraccio virtuale. Dribblato l'affare Mbappè rimasto a Parigi («non è un calciatore del Madrid»), Carlo ha esibito la sua semplicità rurale che non è mai esibita ma spontanea e perciò sincera. «Non sono io che posso spiegare ai miei del Real come gestire le pressioni per questa finale. Ci sono alcuni che ne hanno giocate 5, io soltanto una con loro, a Lisbona. Saranno loro a spiegarmi come fare» è la prima chicca. Seguita da un'altra, questa di carattere più familiare e in qualche modo attuale. «Sono in tanti che mi stanno chiedendo di battere i Reds, in particolare i tifosi del Milan. La spiegazione è semplice: il Liverpool ha 6 Champions, il Milan 7, vorrebbero evitare l'aggancio» la seconda. Il finale della conferenza è un tuffo nel passato grazie a un paio di coincidenze. La prima riferita all'ultima partita da calciatore col Milan: «La giocammo 30 anni fa a Foggia, a fine primo tempo perdevamo 2 a 1 mi pare, poi finì 8 a 2 per noi. All'intervallo Capello mi sostituì: giocai malissimo. Ero più concentrato sul prossimo ruolo di assistente di Sacchi che su quella partita». La seconda sulla finale di Lisbona: «Sono passati 8 anni da quella notte.

C'era un clima diverso allora, si trattava di vincere la Decima e per il Real era diventata una ossessione. Questa è diversa perché segue le altre finali vinte». Se un giorno Carlo Ancelotti dovesse davvero smettere di allenare, dovrebbe aprire un corso per allenatori saggi.

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