Ba-Ba, l'eredità del Dovi. Bagnaia da mondiale e Bastianini è in scia

Pecco a -30 da Quartararo. E a Dovizioso che si ritira: "Merito anche del suo lavoro in Ducati"

Ba-Ba, l'eredità del Dovi. Bagnaia da mondiale e Bastianini è in scia

La domenica sul circuito romagnolo di Misano era iniziata nel migliore dei modi: con un caldo sole e la vittoria di Dennis Foggia in Moto3 che lo ha rilanciato nella lotta al titolo, inaugurando una giornata di gare all'insegna dell'italianità.

In MotoGP, la classe regina per eccellenza, i nostri infatti hanno dato spettacolo. Le lacrime di gioia di Pecco Bagnaia, primo pilota Ducati a firmare 4 vittorie consecutive, si sono mescolate con quelle di Andrea Dovizioso che a 36 anni ha detto addio alle corse dopo ben 21 stagioni. In un ideale passaggio di consegne, il Dovi ha passato il testimone alla nuova generazione di piloti che con la Rossa con cui lui ha chiuso tre volte secondo nel mondiale, hanno regalato uno spettacolo straordinario.

«Che emozione! - così il piemontese -. È stata durissima perché nei primi giri non avevo grip. Mi si è chiuso più volte il davanti per cui ho cercato di mantenere la calma e gestire il distacco. Vinales era vicinissimo per cui potevo solo staccare forte. Giro dopo giro con Enea abbiamo imposto un ritmo tiratissimo, basti pensare che ho firmato il mio giro più veloce alla penultima tornata, Enea all'ultima». Adesso il titolo è più vicino. Ad Aragon il distacco dalla vetta era di 91 punti, adesso sono 30 punti con 6 gare ancora da disputarsi. «Arrivano piste per noi favorevoli, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Questo è fondamentale».

Con il sorpasso al cardiopalma all'ultimo giro, anche Bastianini si piazza di diritto nell'Olimpo Ducati. Secondo a 34 millesimi ha coronato un weekend quasi perfetto. «A inizio gara ho faticato a mandare in temperatura le gomme, mentre negli ultimi 7-8 giri abbiamo fatto differenza. Nell'ultimo giro preparavo l'attacco al curvone ma sono arrivato troppo sotto alla curva 4 e questo mi ha fatto perdere terreno».

Alla festa di unisce anche il Dovi, il cui valore è stato riconosciuto anche da Pecco: «Se oggi posso battermi a questo livello è anche grazie all'ottimo lavoro fatto da Dovizioso in Ducati». Il forlivese si prende i complimenti perché se li merita tutti. «Pecco dimostra maturità se dice questo - ha commentato -. Le vittorie su Marquez rimarranno il mio marchio di fabbrica, ma sono orgoglioso di tutto il lavoro di sviluppo della moto». Quanto alla festa di Misano, ha aggiunto. «Sono riuscito a essere teso anche all'ultima gara. Sono rimasto pilota sino alla fine, indeciso se firmare il mio giro veloce all'ultimo o godermi lo spettacolo. Ho chiuso in bellezza (12°) con gli amici a festeggiarmi a bordo pista e tutto il paddock che nei 4 giorni è passato al truck per salutarmi. Non mi aspettavo tanto calore. Significa che ho lasciato il segno».

Pilota superlativo, ma soprattutto un grande uomo sempre corretto e attento agli altri, il Dovi si è costruito negli anni un carisma, che per semplicità e autenticità si è distinto proprio per essere in controtendenza alle mode del momento. «Con me si chiude un'era. Delle grandi rivalità e duelli mozzafiato in pista».

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