Come nel 1984, anche stavolta una finale di un torneo internazionale premia la Francia sulla Spagna. Allora fu l'Europeo, 37 anni dopo la Nations League. Doppietta quindi per i Bleus dopo il Mondiale del 2018, mentre alle giovani Furie Rosse di Luis Enrique rimangono solo gli applausi di un San Siro che evidentemente sperava di dover assistere a una finale con l'Italia. L'accoglienza è a suon di fischi per la Francia, per il suo inno, mentre in generale il pubblico canta che "I campioni dell'Europa siamo noi", cioè gli Azzurri.
Avvio poderoso di entrambe le squadre, che come due pugili si piazzano in mezzo al ring e iniziano a darsele di santa ragione, con botte e in generale pressione altissima da ambo i lati. Impressionante ancora il 17enne Gavi per personalità, per non dire faccia tosta. Fallaccio dopo un minuto su Tchouameni (forse era da giallo), ma in generale una leadership e una presenza da veterano, libero di svariare dietro il consueto tridente "leggero" di Luis Enrique. Tridente in cui stavolta, a differenza del match contro l'Italia, è Oyarzabal a fungere da riferimento centrale con Ferran Torres a destra, a ronzare attorno a Theo Hernandez.
Non si vede del gran calcio, in tutto questo, a dire il vero. La Spagna va col possesso-palla, i francesi hanno una bella occasione con Benzema, ma sono bravi sia Simon in uscita che Azpilicueta spazzando. Il centravanti del Real Madrid cannibalizza un po' l'attacco di Deschamps, visto che Mbappé fa a sportellate con Eric Garcia e Griezmann (100 presenze toccate ieri sera in Nazionale) è a un passo dalla scena muta.
Protesta la Spagna per un gomito largo di Kounde su cross dalla sinistra, ma l'arbitro inglese Taylor supportato dal Var dice di lasciar correre. Episodio comunque dubbio.
Si fa male nel finale di primo tempo Varane, perdita pesante per la Francia in difesa, ed entra Upamecano, costosissimo (42,5 milioni) neo-acquisto del Bayern Monaco. È nervosa, la squadra campione del mondo in carica. Pogba si fa ammonire e si arrabbia pesantemente con i compagni a suo avviso troppo fermi. In effetti i giocatori della Spagna corrono come dei matti, chiudono le linee di passaggio e appena hanno uno spiraglio si lanciano in avanti.
Curioso comunque che le Furie Rosse passino in vantaggio subito dopo aver corso il maggior pericolo della partita. È il 18' del secondo tempo quando Theo Hernandez centra la traversa su suggerimento di Benzema e in pratica sul cambio di fronte ecco scodellato il gol di Oyarzabal. Upamecano, appena entrato, non fa una gran figura sul filtrante di Busquets.
Non fa quasi in tempo a festeggiare la Spagna, visto che 100 secondi dopo Benzema pareggia con un tiro a giro che assomiglia a quelli di Insigne, forse ancora più difficile.
Gran reazione di una grande squadra come quella francese, che sfrutta fino in fondo le qualità dei suoi fenomeni.
Come Mbappé, abbastanza silente fino a 10' dalla fine, quando su grande assist di Theo Hernandez (cresciuto molto dopo l'uscita di Ferran Torres, non a caso) batte di nuovo Simon.Grandi invidualità che battono una squadra forse organizzata meglio. Un film già visto, ma che qualcuno deve pur sempre girare. Bravo Deschamps e brava la Francia.
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