Ci mancava. Ci mancava l'invasione di campo con sospensione di una partita causa Covid. Hanno sanato la distrazione le autorità dell'Anvisa (autorità nazionale brasiliana) durante la più classica delle sfide del calcio, Brasile-Argentina, valida per le qualificazioni al mondiale del Qatar. Le due nazioni pallonare non si amano proprio, i colpi bassi sono sempre ammessi, ma stavolta lo spettacolo e la spettacolarità hanno fatto tutt'uno.
Cos'è accaduto di tanto grave, mentre il presidente della Fifa, Infantino, se ne stava comodamente seduto in tribuna a Basilea? Si stava giocando la sfida da sette minuti, all'Arena Corinthians, quando in campo piombano quattro personaggi in borghese che si fanno riconoscere come un'autorità costituita. Tutti fermi: quattro giocatori argentini sono venuti meno alle disposizioni sull'isolamento e sulle norme riguardanti il coronavirus. I quattro, tre dei quali titolari, tutti provenienti dall'Inghilterra (Premier league), il portiere Emiliano Martinez (Aston Villa), il difensore Romero e il centrocampista Lo Celso dal Tottenham, oltre al panchinaro Buendia, non hanno rispettato la regola che vuole in quarantena di 14 giorni chi provenga o sia stato nel Regno Unito negli ultimi 14 giorni. L'autorità aveva provato a far rispettare la regola presentandosi nell'albergo degli argentini, ma ricevendone rifiuto dopo l'intervento della federazione sudamericana a dipanare l'intricato caso.
Ma le regole sono regole e così l'autorità di San Paolo non ha badato a mezze misure e gli agenti della vigilanza sanitaria sono intervenuti in campo, pare anche per colpa di false dichiarazioni fornite dai 4 calciatori nel mirino. Qualche spintone con gli argentini, scambi di parole fra Messi e Neymar a cercare come venirne fuori, ma inutilmente. Gli arbitri, compresa la mal parata, si sono ritirati negli spogliatoi non così i giocatori brasiliani. Gli argentini sono tornati negli spogliatoi. Dopo qualche minuto Lionel Messi è ricomparso senza maglietta a torso nudo e, come lui, qualche altro giocatore della sua nazionale. Gli argentini si sono lamentati della tempistica, insomma le autorità brasiliane potevano pensarci con qualche giorno di anticipo, non all'ultimo. I casi italiani, al confronto, sono stati di correttezza esemplare. «Siamo qui da tre giorni», ha raccontato Messi ai giocatori brasiliani. «Ed hanno atteso che cominciasse la partita per dirci che non si poteva giocare». Certamente la diplomazia e la gestione della federazione argentina hanno palesato qualche falla. Il presidente Afa, Carlos Tapia, si è difeso: «Abbiamo seguito le regole grazie alle quali si disputano tutti i tornei sudamericani. Nessuna bugia».
I giocatori del Brasile non si sono mai mossi dal campo, invece gli argentini hanno dettato il tempo restando chiusi negli spogliatoi: decisi a tornare solo con i 4 sotto accusa. Niente da fare, l'arbitro ha ritenuto la partita sospesa ed ora la palla passerà alla Fifa. Un altro pasticciaccio da appuntarsi al petto.
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