Buffon convoca Totti: "È uno di noi"

"Giusto pensare a uno della sua classe". Ma il giallorosso frena: "Nel 2014 potrei avere già smesso..."

Buffon convoca Totti: "È uno di noi"

Dici Brasile e subito pensi al Mundial spagnolo. Quel 5 luglio 1982, l'ultima volta che abbiamo fatto «piangere» la Seleçao, Gigi Buffon aveva appena 4 anni e mezzo e chissà se immaginava che un giorno sarebbe diventato uno dei portieri più forti del mondo. Ma la parola Brasile per il recordman di presenze in azzurro è sinonimo di delusione. «Negli ultimi anni l'abbiamo affrontato poco e abbiamo fatto abbastanza male - precisa SuperGigi, che contro i verdeoro ha incassato cinque gol nel 2009 tra l'amichevole di Londra e la sfida di Confederations Cup a Pretoria -. Ma queste sono partite che aiutano a crescere, qualunque sia l'esito in campo. Al di là del fatto che a Ginevra sarà un'amichevole, in certi confronti non vuoi mai sfigurare, il banco di prova è stimolante e sarà una tappa fondamentale nella preparazione per il torneo di giugno che dovremo giocare al meglio».

Buffon, ormai «chioccia» del gruppo per il suo lungo rapporto con la Nazionale A (esordì a fine 1997), si è sempre detto entusiasta del processo di ringiovanimento della squadra azzurra avviato da Prandelli. «Il fatto che ci siano tanti ragazzi nuovi e anche giovani fa ben sperare per il futuro - dice il portiere della Juve -, sembra che ci sia un ricambio importante e di valore, fino a qualche anno fa era un problema che ci stavamo ponendo e che adesso sembra in via di risoluzione. Balotelli? I discorsi su di lui sono sempre i soliti, tutti desideriamo che trovi la definitiva consacrazione, senza soffocare se stesso e la sua indole. Io in azzurro l'ho sempre visto tranquillo». In base alle prove a porte chiuse effettuate ieri a Coverciano, il milanista potrebbe essere titolare in attacco insieme ad Osvaldo contro il Brasile nel «classico» 4-3-1-2 del tecnico di Orzinuovi con centrocampo rotante.

E dopo la porta aperta da Prandelli, non nasconde che sarebbe felice per un ritorno di Francesco Totti nella truppa azzurra. «Lo spogliatoio per quel che riguarda le decisioni di un c.t. non deve dire nulla, sono responsabilità specifiche di chi guida la squadra - spiega Buffon - poi se si parla di un ragazzo come Francesco, allora dico che lui è ancora uno di noi. Con lui ho condiviso quest'avventura sin dall'Under 15 e per me sarà sempre un compagno di Nazionale. Per un giocatore con il suo talento, la sua caratura e la sua classe che continua a giocare a livelli formidabili, è giusto che il c.t. non voglia precludere nulla. Dopo il Mondiale 2006, a 30 anni, Totti pensò che fosse arrivato il momento giusto per lasciare la Nazionale, forse ora è così in forma proprio perchè ha potuto lavorare in 7 anni in una certa maniera».

«Le parole di Prandelli mi hanno fatto molto piacere - fa sapere da Roma il capitano giallorosso -. Se mi dovesse convocare in nazionale? Non lo so, certo in questo momento sto bene. Però da qui al 2014 si vedrà. Può darsi pure che io tra un anno smetta...».

Chi non dovrebbe smettere la sua esperienza sulla panchina della Juve è Antonio Conte. Di questo Buffon è strasicuro, nonostante gli ultimi mal di pancia del tecnico, difeso pure dallo stesso Totti dopo lo sfogo di Bologna («ha fatto bene ad esultare in quel modo perchè è stato un gesto rivolto verso i suoi tifosi...», così il numero 10 della Roma).

«Sappiamo quanto sia legato a società, maglia e popolo bianconero - il messaggio del portiere -. È una persona che mette corpo e anima in tutto quello che fa: finché non riterrà concluso il progetto sportivo con la Juve, non penso che possa prendere in considerazione altre alternative».

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