La "bugia" di Evenepoel alla prima salita verità. Ma Roglic l'ha già stanato

Il belga anticipa lo sloveno per un secondo di abbuono, ma diceva di lasciare la maglia rosa...

La "bugia" di Evenepoel  alla prima salita verità. Ma Roglic l'ha già stanato
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Melfi Collodi non è per niente vicina, ma oggi a Lago Laceno scopriremo se a Remco Evenepoel va attribuito il premio Pinocchio per la miglior bugia. La maglia rosa l'ha dichiarato subito all'ombra dei trabocchi: «Questa maglia potrei tenerla fino alla quarta tappa, poi potrei anche lasciarla, per non affaticare troppo i miei compagni di squadra...».

Lo guardi in faccia e ti sembra davvero un ragazzino pronto a farti uno dei suoi scherzoni. Faccino imberbe da bravo ragazzo, sorriso incantatore e occhi svelti: Remco Evenepoel sembra davvero al parco giochi, pronto a combinartene una delle sue. Dice che oggi lascerà la maglia: ci crediamo davvero poco. Intanto, si porta in albergo un secondo uno. A nove chilometri dall'arrivo, intuendo che Roglic vuol prendersi l'abbuono su un traguardo volante, la maglia rosa lo anticipa. Piccole cose, piccole scaramucce e segnali di una sfida anche psicologica che oggi si consumerà sul primo traguardo in quota di questo Giro a Lago Laceno: sarà la prova verità, nel senso che scopriremo se Remco ce l'ha raccontata giusta oppure no.

Intanto, mentre ieri si è discusso animatamente sull'accorciamento della tappe per renderle più spettacolari (Mauro Vegni, il direttore del Giro, ha risposto colpo su colpo ad Alessandro Fabretti, conduttore del Processo...), sul traguardo di Melfi sfreccia Michael Matthews, australiano di 32 anni, uno di quei corridori capaci di vincere in carriera tappe in tutti e tre i Grandi Giri. Vince sulle strade rosa per la terza volta, dopo esserci riuscito nel 2014 e nel 2015, anno in cui ha pure vestito la maglia di leader. «Non ho parole, ho ottenuto più quanto sognassi: il piano tattico è stato perfetto», dice il ciclista noto anche come Bling, per via della passione per il lusso.

La vittoria arriva grazie ad un grande lavoro di squadra (Jayco AlUla, ndr) e in particolare del campione d'Italia Filippo Zana. E alle intuizioni felici dei suoi tecnici, che a San Salvo avevano suggerito a Matthews di non dannarsi troppo l'anima, perché l'arrivo sarebbe stato troppo affollato e quindi pericoloso: meglio puntare tutto su Melfi. E così è stato. «Vincere qui è sempre straordinario, questa corsa ce l'ho da sempre nel cuore e non posso che ringraziare i miei tecnici e i miei compagni di squadra: sono stati fantastici», dichiara l'australiano a caldo.

Soddisfatto Matthews, più che sorridente Evenepoel, che se la gode.

«Portare in giro questa maglia mi inorgoglisce: la indosso dalla partenza, vediamo cosa dirà la corsa, le possibilità che possa lasciarla ad altri sono cinquanta e cinquanta», dice lui dietro la mascherina rossa, prima di scherzare su Remco, perché ti amo, la canzone che i suoi tifosi gli hanno dedicato in patria. «Non l'ho ascoltata per scaramanzia, magari lo farò a Roma: in Belgio impazziscono davvero per poco...». Ma non ce la racconta giusta.

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