La paura da Covid-19 continua a viaggiare con il pallone in giro per l'Europa. Da una parte all'altra del vecchio continente hanno continuato a rimbalzare le notizie più curiose e anche meno rassicuranti come quella di ieri sera, sul ceco del Verona Antonin Baràk, risultato positivo nei test effettuati durante il ritiro della sua nazionale. Questo mentre dall'Islanda è tornato il volo con a bordo i tre esponenti dell'under 21 (Gabbia, Plizzari e uno dello staff) risultati positivi, scortati dal medico azzurro. Atterrati a Pisa sono entrati tutti in quarantena.
Dalle nostre parti, il bollettino non è di quelli angoscianti, ma a macchia di leopardo, gli aggiornamenti non sono mancati. Un positivo è stato scoperto nell'Udinese che ha subito annullato l'amichevole con il Pordenone. Persino due positivi nel Brescia che hanno fatto scattare l'allarme a Torbole, sede del ritiro dei lombardi che venerdì 16 deve affrontare il Lecce. Il Monza ha addirittura scoperto 3 positivi, tutti asintomatici, concentrati in uno stesso reparto e non è escluso che debba tesserare qualche esodato per potenziare la rosa della squadra di Brocchi decimata dal Covid-19. Tutti negativi, invece, i nuovi tamponi del Napoli. Dietro questo scenario, c'è poi un dibattito sugli interventi da realizzare a proposito del famigerato protocollo. Gianni Nanni, medico del Bologna e rappresentante della serie A, è dell'avviso, condiviso dalla stragrande maggioranza, che «dalle Asl bisogna pretendere uniformità» e che inoltre l'intervento dell'Asl 1 e 2 di Napoli «non ci fa andare avanti». Quella di Milano, per esempio, ha dichiarato che in presenza del rispetto delle regole «il derby non corre rischi».
Ecco: la ferita di Juve-Napoli è destinata a far discutere e soprattutto a dare una rappresentazione pittoresca del calcio italiano all'estero. Enrico Preziosi, presidente del Genoa, sul Corsport l'ha definita «uno spot mortale per la serie A» che tra qualche giorno si appresta a definire l'ingresso dei fondi. In questo clima poco rassicurante c'è un solo evento capace di scacciare via i cattivi pensieri. È quello che può fornire la Nazionale di Roberto Mancini arrivata a Danzica, dopo i tamponi negativi, per la sfida con la Polonia (Paese che ha dichiarato la zona gialla) di Nations league all'Energa stadion dove è previsto il test dell'ingresso a un numero limitato (25%) di spettatori mentre in città hanno preso a sfilare i negazionisti, per la serie tutto il mondo è paese. Il ct ha fornito un solo indizio («Chiellini se sta bene gioca») portandosi in albergo il ballottaggio per il centravanti che è poi, ripetiamolo, la tessera che manca al completamento del mosaico. Immobile non ha mai convinto come invece gli è successo nella Lazio e il giudizio, limitato all'azzurro, è certificato dai numeri che per un attaccante sono una sorta di carta d'identità (10 gol lungo 41 presenze). Belotti, l'alternativa, con caratteristiche diverse dal napoletano, ha cifre appena migliori (9 gol in 28 presenze) ma anche lui non è ancora la pedina di cui avrebbe bisogno Mancini per completare il lavoro cominciato con la convocazione di Balotelli sovrappeso.
Per questo Ciccio Caputo ha ricevuto un trattamento speciale dopo il debutto di Firenze. De Zerbi, che lo conosce bene e l'ha voluto al Sassuolo, ha allontanato il paragone da Schillaci mondiale '90 con una sintesi spietata: «È meno istintivo e più intelligente, calcisticamente».
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