Cambia pure Spalletti, ma solo mezza squadra

Prima dei rossoneri c'è il Verona e una pratica scudetto da chiudere in fretta

Cambia pure Spalletti, ma solo mezza squadra

Napoli. Non c'era bisogno che arrivasse da Milano la notizia del turnover abbondante ordinato da Pioli. Qualcosa di simile era già nei piani di Spalletti anche se il tecnico vuole sentir parlare di Verona e non di Milan. Ha ragione: i rossoneri non potranno arrivare al tricolore, il Napoli è a un passo. «Chiunque giochi, lo deve fare sapendo di essere protagonista di una delle partite più importanti. È chiaro che qualcosa si cambierà ma certamente non ne lascerò dieci fuori, c'è chi deve recuperare e chi sarà in campo, come Kim, visto che martedì non ci sarà. Pure Lobotka e Di Lorenzo avrebbero bisogno di tirare il fiato ma dubito che lo faranno entrambi, forse più Lobo».

La novità è che Osimhen è rientrato tra i disponibili. Ha svolto l'ultimo allenamento in gruppo ed è stato convocato. La sensazione è che potrebbe essere impiegato solo se necessario: «Le condizioni di Victor sono buone, abbiamo fatto una riunione con i medici e la conseguenza naturale è stata quella di convocarlo. Sarà in panchina perchè l'obiettivo è di farlo arrivare alla sfida di Champions nelle migliori condizioni possibili».

Provando a ragionare in termini di formazione, i cambi dovrebbero riguardare tutti i reparti. C'è la tentazione Gollini tra i pali, in difesa Juan Jesus al posto di Rrahmani, Demme al posto di Lobotka sarebbe la sorpresa più evidente, in attacco Raspadori dal primo minuto, così come Politano per concedere anche a Kvaratskhelia di partire dalla panchina. Il ritorno contro il Milan obbliga a questo tipo di scelte, e se adesso il calendario dice Verona, non per questo Spalletti ha la testa altrove. «Oggi è doppiamente importante, se riusciamo a vincere poi mancheranno tre vittorie per il titolo: non vedo ragioni perché non si debba pensare al Verona. È inutile portarsi dietro troppi ragionamenti, negli occhi dobbiamo avere soltanto tutto il bello che c'è davanti. È arrivato il momento di perdersi dentro l'amore per il Napoli, lasciarsi andare dentro questo sentimento».

Al resto penseranno gli altri. Compreso il club, venuto parzialmente incontro al tifo organizzato per garantire un Maradona caloroso e degno della squadra prima in classifica. Come ha sottolineato anche il prefetto, non è che verranno ignorate le norme che regolano l'accesso all'interno dello stadio di bandiere, striscioni e tamburi, più semplicemente queste regole verranno interpretare in maniera meno restrittiva a partire da oggi: una specie di prova generale in vista della Champions.

Spalletti non vuol prendersi alcun merito sul riavvicinamento ma sottolinea: «Io non ho smosso niente, però l'anno scorso fummo contestati quando uscimmo dalla lotta scudetto, e ora che ce l'abbiamo a portata di mano non interessa più?». E intanto la Prefettura di Napoli mette sotto scorta De Laurentiis, una scelta per garantire protezione al presidente dopo agli attriti con una parte della tifoseria azzurra più calda.

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