Campioni sì, ma non sulla panchina

Stesso destino per De Rossi, Cannavaro e Gattuso: esonerati. E Pirlo...

Campioni sì, ma non sulla panchina

L'«involuzione» della specie - quella degli allenatori di calcio - passa anche attraverso una bizzarra antropologia che dondola dall'amaca di Darwin fino alla panchina della Spal, col mister Daniele De Rossi fresco di giubilazione. Il borsino è aggiornato a ieri sera, ma il fixing dei tecnici trombati è ormai una variabile impazzita alla Borsa del football. Emblematica la situazione vissuta nelle ultime ore dall'ex nazionale De Rossi, campione del mondo 2006 in Germania, che dopo un triplete di sconfitte (Cagliari, Venezia e Bari) è stato congedato dal presidente yankee, Joe Tacopina, per far posto in branda all'ex azzurro Massimo Oddo (pure lui coi teutoni galloni mondiali conquistati 17 anni fa).

Adesso speriamo solo che Oddo sia più fortunato di De Rossi, pur nell'inquietante consapevolezza che la «maledizione di Berlino» nei giorni scorsi non ha risparmiato neppure un altro eroe dell'Olimpico (quello di Berlino, non quello di Roma): Fabio Cannavaro, fatto fuori dal Benevento dopo la 23ª giornata; un brutto colpo per uno come Cannavaro che in quel mitico 9 luglio 2006 alzò la coppa del mondo dopo aver asfaltato ai rigori quei simpaticoni dei francesi, per non parlare del Pallone d'oro vinto da Fabio nello stesso anno. Ma, evidentemente, avere un glorioso passato da campione del mondo non porta bene nello schizofrenico presente mondo degli allenatori take away. Non a caso la fine di un hamburger smangiucchiato è toccata pure a Rino Gattuso (pure lui col «timbro postale» di campione del mondo nella stessa «spedizione» di De Rossi e Oddo), con il Valencia che prima si è lasciato ingolosire dal panino «gusto-Ringhio» e poi l'ha gettato nel bidone dell'umido.

E che dire di Andrea Pirlo (ovviamente pure lui campione del mondo targato 2006)? Ora - dopo la controversa esperienza sulla panchina della Juve e quella tutt'altro che entusiasmante in Turchia (sponda Karagümrük) si fa il suo nome come possibile successore di Gotti allo Spezia o di Nicola alla Salernitana.

Alla fine la domanda-chiave resta sempre la stessa: ma un grande

calciatore può diventare anche un grande allenatore? I casi di Ancelotti, Capello, Mancini, Conte, Inzaghi (tanto per rimanere ai nostri connazionali) dimostrerebbero di sì. Ma per tutti gli altri la strada è ancora lunga.

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