La carica del Diavolo: prepara il lungo "derby" a caccia della 2ª stella

Pioli sprona i campioni d'Italia: "Sfrutteremo tutto il nostro entusiasmo". Oggi c'è l'Udinese

La carica del Diavolo: prepara il lungo "derby" a caccia della 2ª stella

Bastassero gli occhi e lo spirito («ho visto gli stessi occhi e lo stesso spirito dell'anno scorso»), non ci sarebbero dubbi sul Milan che stasera riapre le danze del campionato per primo (ore 18.30) e da primo, con lo scudetto sul petto. Stefano Pioli lo garantisce a poche ore dall'appuntamento di San Siro ma a scorrere lo schieramento è in pratica lo stesso Milan di una stagione fa (con Leao e Maignan da ieri ufficialmente candidati al Pallone d'oro, escluso Messi). Anzi, rispetto a Reggio Emilia, serata tricolore, mancano Giroud, l'autore dei primi due sigilli (oggi in panchina) più Kessie (inutile pensare al recupero del rapporto) e Romagnoli, usciti a fine contratto con dichiarazioni («non si può dire no al Barça», «cantavo l'inno laziale quando incontravo la Lazio») da asilo mariuccia. Dei nuovi arrivati (Pobega, Adli, Charles De Ketelaere, Origi) solo il centravanti belga può cominciare dalla panchina. Non solo. Adli e CDK, per esplicito giudizio dello stesso tecnico, «non sono ancora pronti», condizione rallentata dai rispettivi trasferimenti. Perciò non deve meravigliare la scelta di Diaz tre-quartista: è il più pronto della compagnia in quel ruolo visto che Krunic, perfetto tappabuchi, deve coprire il vuoto lasciato da Tonali davanti alla difesa. «Sappiano bene chi siamo e cosa abbiamo fatto» garantisce sempre Stefano Pioli che è poi l'unico, attendibile interprete degli umori di Milanello e dei livelli d'intensità dei lavori settimanali.

Sicché l'entusiasmo collettivo, coltivato a dispetto del mercato ritagliato sull'essenziale e senza colpi di teatro, è l'unica vera garanzia. Perché ai 40mila abbonati del torneo si possono aggiungere i 30mila e passa biglietti staccati nonostante sia vigilia di ferragosto. «Questo entusiasmo è da sfruttare» consiglia ancora Pioli che si ritrova al cospetto di un rivale, l'Udinese, mai piegato l'anno scorso: due pareggi raccolti a fatica, il primo con la zampata di Ibra, il secondo «macchiato» dal gol di mano di Udogie. E sempre in materia di raffronti, a proposito del mercato ancora aperto, c'è da cogliere la posizione riveduta e corretta rispetto a qualche giorno fa. Allora Pioli assicurò: «Aspetto un difensore e un centrocampista». Adesso c'è una rassicurazione generica: «Maldini e Massara sono sempre sul pezzo». Forse c'è una questione di budget, forse è responsabilità di prezzi inaccessibili per il modello Elliott: lo capiremo il 1° settembre. Pioli, sul punto, è come al solito rassicurante: «Ho parlato sia con Elliott che con Cardinale». Sarebbe stato utile che il prossimo azionista si fosse fatto vivo anche dalle parti di Milanello.

Davanti al Milan non c'è solo la difesa del titolo e l'ambizione, adesso riposta in disparte nelle dichiarazioni pubbliche, di contendere la seconda stella all'Inter. C'è una stagione dallo sviluppo inedito e dalle mille insidie.

«Ho mostrato il calendario ai miei: fino al 13 novembre giocheremo 23-24 partite, ci sarà bisogno di tutti» è il sermone riservato al gruppo nel quale non deve fare notizia chi parte titolare ma stimolare chi arriva titolare alla fine.

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